Alle Poste di Messina non consegnavano la corrispondenza. Sospesi tre funzionari e un portalettere. La Cgil aveva segnalato vanamente il disservizio.
L’indagine della Squadra Mobile è partita nel 2017, dopo il rinvenimento da parte di un rigattiere della zona sud di oltre 500 plichi che in teoria avrebbe dovuto essere stata consegnata. Sempre quell’anno erano state diverse le segnalazioni di cittadini, in particolare quelli residenti nella zona nord, che lamentavano il mancato recapito della corrispondenza.
Gli indagati omettevano volontariamente il recapito, giustificandosi, mediante la compilazione del modello 24B, con la non rintracciabilità dei destinatari. Ma dalla compilazione della corrispondenza si desumeva che in realtà era consentita l’esatta individuazione dei destinatari e la regolare consegna della posta.
In questo modo è stata smaltita più velocemente la corrispondenza e questo permetteva loro di guadagnare di più perché ottenevano premi economici di produzione. L’obiettivo era quello di procurare a sé stessi un ingiusto profitto – consistente nell’indebito conseguimento di premi economici di produzione e di incentivazione operativa – in virtù del solo apparente “smaltimento” della corrispondenza che, invece, non veniva recapitata ma destinata al macero.
Per questo motivo, quattro dipendenti delle Poste italiane di Messina sono stati sospesi da qualsiasi attività nei pubblici uffici. Si tratta di Angela Cingari, Giuseppe Scarcella, Alfio Chiarenza e Marco Ciraolo. I primi tre funzionari, l’ultimo portalettere. Sono accusati di truffa ed interruzione di pubblico. I dipendenti lavoravano nel centro postale primario di distribuzione di via Olimpia. Nei prossimi giorni saranno interrogati dal Gip Monica Marino, che ha firmato i provvedimenti, mentre a coordinare l’inchiesta è stato il Pm Antonio Carchietti. Nel frattempo, gli agenti della Polizia hanno recapitato la corrispondenza ai destinatari avendo così anche la prova che era invece possibile consegnarla.
La Cgil messinese lo aveva segnalato “Quanto accaduto avrebbe potuto avere un epilogo differente- spiega il Segretario SLC CGIL del Settore Poste Stancapiano –se solo i vertici aziendali pro tempore di Poste Italiane, informati dai numerosi comunicati che abbiamo rilasciato nel tempo, così come dagli articoli degli organi di informazione locali, avessero assunto decisioni organizzative e gestionali adeguate, atte a scoraggiare attività che negli anni hanno condotto a questo esito”. Il segretario generale Slc Cgil di Messina Di Guardo “Abbiamo l’obbligo di segnalare che diversi lavoratori aderenti alla nostra Organizzazione Sindacale, non ammaliati da questa modalità di gestione della corrispondenza, sono stati per anni vittime di attacchi personali da parte di coloro che, approfittando del loro ruolo gerarchico, hanno artatamente costruito in loro danno episodi che hanno fatto scaturire azioni disciplinari per costringerli al silenzio. Di questo abbiamo le prove”.
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dduso Sebastiano
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