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Napoli vinci lavando lo sporco

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Un Napoli caparbio, guerriero, determinato ma anche riflessivo e ordinato. Questa è la squadra creata e amalgamata da mister Carlo Ancelotti che, dopo un primo periodo di calcio gestito sul modello di quello di Sarri, è riuscito ad imprimere la sua impronta ed a mettere la sua esperienza al servizio del gruppo.

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uesto Napoli sta dimostrando di saper uscire bene dalle difficoltà, nonostante gli otto punti di distacco dalla capolista Juventus. Le prime dimostrazioni alla prima e alla seconda giornata quando prima a Roma contro la Lazio e poi in casa contro il Milan gli azzurri sono andati sotto riuscendo con forza, coraggio e convinzione a ribaltare la gara e vincerla. Poi arriva la Champions League con il mezzo passo falso a Belgrado contro la Stella Rossa che poteva avere ripercussioni anche sul campionato. E invece no. Gli azzurri si presentano a Torino contro il ‘Toro’ sbancando il “Comunale” per 3-1. Poi il big match contro la Juve: fallito. Il Napoli perde dove aveva vinto l’anno precedente. Si poteva crollare, andare giù ma niente, nemmeno questa volta. Anzi. Al San Paolo si presenta il Liverpool di Jurgen Klopp che soffre gli azzurri e cade al novantesimo grazie a Lorenzo Insigne. Poi si vola sulle ali dell’entusiasmo macinando punti e conservando il primato nel gruppo C di Champions League (nonostante Liverpool e PSG). La Juventus, però, scappa ed è dura sapere che si sta facendo bene ma che comunque si perde terreno dalla vetta. A Genova contro i rossoblu diluvia, si va sotto. Ma gli azzurri non crollano, nonostante la gara non sia delle più agevoli su un campo allagato, ai limiti dell’impraticabilità. Si va sotto, si, ma si recupera: il risultato passa da 0-1 a 2-1 e i ragazzi di Ancelotti portano a casa 3 punti fondamentali in condizioni proibitiva. Che cattiveria. Arriva il Chievo, e i più pensano che la vittoria sia scontata che il Chievo possa andare via da Napoli con tanti palloni raccolti dalla porta, ma Sorrentino fa miracoli e mantiene imbattuta la sua porta, è 0-0. Forse, si dice, la testa è alla gara di Champions contro la Stella Rossa, può darsi: gli azzurri sbrigheranno la pratica serba con un netto 3-1. Infine, l’ultima gara è quella di Bergamo, in un campo ostico, dove anche l’Inter le ha prese. La vigilia è tesa con il comunicato della curva atalantina sui cori razzisti anti-Napoli. La gara, però, pur se maschia scorre via sui binari dello sport. Il fischiatissimo è Insigne, simbolo della napoletanità di questa squadra. Gli azzurri passano subito con Fabian Ruiz, i nerazzurri pareggiano con l’ex Zapata ma alla fine la risolve l’uomo entrato dalla panchina: Arkadiusz Milik. Insigne esulta come un matto sotto la curva ospiti, quella occupata dai partenopei.
Il Napoli sta dimostrando una maturità diversa da quella degli scorsi anni, capace di rialzare la testa dopo ogni intoppo, vincendo anche quelle gare sporche (Lazio, Milan, Genoa e Atalanta) che in altri momenti sarebbero risultate scomode, molto scomode.

a cura di Michele Avitabile

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