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Castellammare di Stabia

Napoli, un cammino esaltante verso il 13 febbraio

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aurizio Sarri, che a dispetto di recenti polemiche è una persona per bene, se parla della Juventus dice: «Loro sono di un’altra categoria». Del suo Napoli invece dice: «Noi non possiamo avere obiettivi ambiziosi». Ma poiché è anche un allenatore intelligente, a proposito della Juve aggiunge che è di un’altra categoria «per risultati, fatturato e forza economica, perché i soldi contano», e sul Napoli precisa: «Non possiamo avere obiettivi ambiziosi ma nemmeno limiti». E certo è senza limiti il Napoli visto al San Paolo contro l’Empoli, sconfitto con cinque gol e annichilito dal più bel gioco visto forse quest’anno in serie A. La potenza del Napoli in questo momento va oltre i gol e la grinta di Higuain, le giocate e la genialità di Insigne, la maturità e la classe di Hamsik, la personalità e la sicurezza di Reina. È, come dice Sarri, nella consapevolezza di non avere limiti, nella determinazione di ottenere ogni volta il massimo, pure se ha di fronte una squadra che in trasferta viene da quattro vittorie e tre pareggi e non perde da ottobre, pure se va sotto dopo aver sfiorato due volte il vantaggio e al primo tiro che subisce. In altri tempi — prima che in panchina arrivasse Sarri — depressione e nervosismo avrebbero annullato qualunque capacità di reazione. Stavolta invece l’improvviso e immeritato svantaggio (punizione di Paredes deviata da Callejon, al 28’) spinge la squadra a raddoppiare la pressione, che pure fino a quel punto era già stata tanta. Succede così che in soli nove minuti segnano Higuain (di testa, perché sa segnare anche così, pure se non è il suo colpo preferito) e poi Insigne, con una punizione all’incrocio dei pali che a molti, De Laurentiis compreso, fa citare Maradona, ma solo perché a Napoli Maradona è ancora un punto di riferimento per qualunque cosa bella venga fatta in maglia azzurra. All’Empoli va riconosciuto il merito — oppure rimproverata la presunzione, dipende dai punti di vista — di giocarsela senza tatticismi e senza cambiar pelle solo perché ha di fronte il miglior attacco del campionato. Salvo l’utilizzo del trequartista da parte di Giampaolo, mentre Sarri vi ha rinunciato dopo lo stentato avvio di stagione, le due squadre hanno schieramenti molto simili, soprattutto nelle difese altissime. Ne deriva un affollamento a centrocampo che il Napoli sfrutta infilando i toscani sulle fasce. A sinistra Insigne è incontenibile, Hamsik pure e Ghoulam è un ottimo supporto per entrambi. A destra Allan non molla mai, Hysaj non rinuncia a salire pur avendo Maccarone nella sua zona (mercoledì contro la Lazio mancheranno entrambi per squalifica, e per Sarri è una brutta notizia), e Callejon stavolta non è solo un infaticabile pendolino ma pure un attaccante efficace che nel finale va due volte a segno. Mettiamoci anche la sfortuna di un autogol (Camporese in avvio di ripresa nel tentativo di fermare in scivolata un cross di Callejon per Higuain), ed ecco che il Napoli ne fa cinque per la sesta volta in questa stagione. E a ogni gol è come se acquisisse nuova carica, e pure a ogni vittoria. Un cammino esaltante verso il 13 febbraio, quando ci sarà la sfida scudetto allo Juventus Stadium. Il Napoli vuole arrivarci mantenendo almeno i due punti di vantaggio, e i tifosi non aspettano altro che cantare anche a Torino il loro nuovo inno, «Un giorno all’improvviso». Lo stesso che De Laurentiis fischiettava soprappensiero ieri quando è entrato in sala stampa.

Corriere della Sera

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