La donna ha ricevuto il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da lui
N
on potrà accostarsi al suo ex fidanzato nei pressi della sua abitazione, del luogo di lavoro, di eventuali posti di culto o ricreativi (come bar, circoli o palestre abitualmente frequentati). Insomma, dovrà stare decisamente alla larga da quello che un tempo era il suo fidanzato.
Un provvedimento cautelare a tutti gli effetti, nel corso di un’inchiesta per stalking, che vede vittima non una donna (come normalmente siamo abituati a raccontare) ma un uomo, a sua volta costretto a cambiare abitudine di vita fino a rivolgersi alle forze dell’ordine. Lei la stalker, lui la vittima, che addirittura medita il suicidio di fronte a quegli atti persecutori che ne scandiscono la giornata.
Veniva raggiunto al lavoro e in casa, veniva affrontato dalla sua ex che non usava mezzi termini: “Ti ammazzo, ti uccido, non avrò pace fino a quando non ti vedrò morto e non avrò distrutto te e tutta la tua famiglia”, era il ‘motto’ della donna dopo la rottura del fidanzamento.
Così a casa, così al lavoro, fino a quando la vittima non arriva a meditare un gesto estremo. Aveva infatti pensato di farla finita, di togliersi la vita, insomma di suicidarsi.
Inchiesta condotta dal pm Curatoli, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, titolare delle indagini sulle cosiddette fasce deboli. Sono decine le inchieste che riguardano il reato di stalking, vicende che vedono quasi sempre donne in difficoltà per l’azione persecutoria di ex amanti, ex mariti o semplicemente di soggetti morbosi e pericolosi. Ora il quadro sembra invertito, a giudicare dall’accusa che viene mossa nei confronti di R.M., una donna indicata come protagonista di scene tipo ‘Attrazione fatale’, con continui appostamenti e incursioni nella vita privata altrui.
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