Napoli, stesa all’altezza del Duomo: usati anche kalashnikov
N
apoli, continuano le stese, continuano le provocazioni, questa volta a suon di kalashnikov, usati contro un auto in sosta, saracinesche di qualche negozio, portoni di edifici per chiarire bene le idee a tutti. Questa zona è nostra, i traffici di cocaina e hashish non vi appartengono. Un messaggio abbastanza chiaro, soprattutto dopo gli avvenimenti di pochi giorni alla Pignasecca, un territorio controllato dal gruppo di famiglie che ora controllano la zona del Cavone e che puntano dritto al «sistema» Pignasecca, quello spaccato che un tempo veniva chiamato «delle Chianche» e che era rigorosamente controllato dalla dinasty dei Terracciano.
Bocconi amari da digerire per i residenti costretti ad improvvisarsi difensori civici, a bloccare per precauzione due turisti inglesi rimasti spaesati per quella improvvisa giostra di colpi esplosi, di urla di paura, di puzza di polvere da sparo. Le donne sanno tutto di questa zona conoscono ogni particolare dell’ultima stesa. Sanno chi è stato, nel senso che hanno capito bene chi sono i mandanti e per quale motivo sono stati usati i mitra nel corso dell’ultima spedizione criminale. Ma ora la situazione sembra degenerata. Clima da coprifuoco, quando chiudono i localini e i ristoranti, non è difficile capire cosa sta accadendo in questa zona.
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