Napoli, ruote bucate per chi non paga: l’ennesima prepotenza dei parcheggiatori abusivi
La sfida lanciata dai parcheggiatori abusivi alle istituzioni non dà tregua ai cittadini campani. A Bagnoli, quartiere periferico di Napoli, un residente che si era rifiutato di pagare la richiesta estorsiva dei malviventi ha ritrovato la sua auto con le ruote bucate. Ormai le scorribande dei parcheggiatori abusivi sono diventate la normalità, e l’assenza di soluzioni concrete a questo annoso problema ha di fatto causato la rassegnazione di molti automobilisti che, pur di non ricevere minacce (o peggio), preferiscono pagare.
In prima linea nella battaglia agli abusivi del parcheggio, ancora una volta, si è schierato il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che dopo aver raccolto la denuncia della vittima di quest’ennesima prepotenza, ha così commentato:
“Sul lungomare di Bagnoli, se non paghi i parcheggiatori abusivi ti bucano le ruote dell’auto. Storie di ordinaria criminalità da parte di questi delinquenti arroganti che minano la sicurezza delle gente onesta. Due parcheggiatori hanno chiesto cinque euro ad un onesto cittadino che, giustamente, si è rifiutato di essere complice di questa pratica estorsiva e di rimpolpare le tasche dei clan camorristici. Al suo ritorno ha trovato uno pneumatico della sua macchina bucato, un chiaro gesto di ‘vendetta’ da parte di queste belve. Non ne possiamo più, ormai ogni area urbana è occupata da questi criminali che continuano imperterriti il proprio lavoro, incuranti della legge. Su lungomare di Bagnoli – riferisce il consigliere – , addirittura, operano a meno di duecento metri dalla stazione di Polizia. Vanno fermati, basta chiacchiere”.
“I parcheggiatori abusivi – continua Borrelli – sono dei criminali che vivono nell’illegalità. E per tali devono essere trattati. Serve certezza della pena, occorre sbatterli in galera e garantire la tutela ai cittadini. Il ministro Salvini, al di là dei proclami, si dia una mossa ad emanare i decreti attuativi del decreto sicurezza per consentire l’arresto in flagranza. Si tratta di un’emergenza reale e concreta per la quale non si può più tergiversare”.
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