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Napoli, riconosciuta la genitorialità di una madre lesbica malata di tumore

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Per anni ha dovuto portare avanti due battaglie: la prima contro un tumore al seno, la seconda contro la legge italiana che non le riconosceva il ruolo di madre del bambino avuto con l’ex compagna Silvia, che lo ha dato alla luce.
Ora Catia può tirare un sospiro di sollievo: la seconda battaglia è vinta.
Come racconta il Corriere.it, Caterina Fioretti, di 43 anni, ha ottenuto il riconoscimento di genitorialità a Napoli grazie alla firma del relativo provvedimento da parte del primo cittadino Luigi de Magistris. Opportunità che, invece, le era stata negata da un altro Comune, nel Napoletano.
Non essendo la madre biologica – spiega Catia – io ero per legge un’estranea. La mia paura quando mi sono ammalata era che, se mi fosse successo qualcosa, mio figlio non sarebbe stato neppure mio erede legittimo. Invece volevo prendermi cura di lui, anche nel peggiore dei casi”.
Io e Catia – racconta la madre biologica del bambino – ci siamo conosciute al lavoro. Tutte e due volevamo avere figli. Siamo dovute andare in Olanda perché la fecondazione eterologa è vietata alle donne lesbiche”. Catia e Silvia si sono nel frattempo separate “ma se abbiamo smesso di essere coppia – raccontano – non abbiamo mai smesso di essere insieme genitori”. Ora resta da vincere l’altra grande battaglia: quella contro il tumore che le fu diagnosticato proprio il giorno in cui nacque suo figlio. Dopo un primo ciclo di cure il peggio sembrava passato, ma ora è tornato. A lei gli auguri di superare anche questo ultimo scoglio.

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