Napoli, le mani dei clan sull’Ospedale San Giovanni Bosco, i Verdi: “Quello che la Procura sta scoprendo non ci sorprende. Sono anni che denunciamo”
L‘Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli è al centro di un nuovo scandalo. Secondo quanto rivelato dal procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, gli uomini dell’alleanza formata dai clan di Secondigliano avrebbero controllato per anni tutto ciò che avveniva all’interno del nosocomio partenopeo. Dalle assunzioni alle liste d’attesa, fino agli appalti. All’interno dell’Ospedale sarebbero avvenuti diversi episodi delittuosi. L’ingerenza dei clan avrebbe anche costretto alcuni medici a scrivere certificati medici falsi per le truffe assicurative. A commentare gli ultimi sviluppi dell’inchiesta è stato il consigliere regionale dei Verdi e membro della commissione sanità, Francesco Emilio Borrelli:
“Negli ultimi anni abbiamo denunciato con tutte le nostre forze i fenomeni criminali che caratterizzavano l’ospedale San Giovanni Bosco, facendo anche nomi e cognomi del camorristi che infestavano la struttura. Dal parcheggio sequestrato e riaperto dai clan ai distributori senza autorizzazione, passando per la ditta di pulizia che operava in deroga alla scadenza dell’appalto da 15 anni fino al bar e il ristorante in mano a società in odore di camorra che non pagavano neanche il fitto, abbiamo contribuito a portare alla luce diversi dei fenomeni delinquenziali che hanno investito l’ospedale. In tanti casi la nostra attività di denuncia, volta a liberare l’ospedale dalla presenza criminali, è stata duramente osteggiata, attraverso insulti e anche minacce da parte di soggetti legati alla criminalità che abbiamo segnalato e denunciato. Vogliamo anche ricordare che per anni scooter e auto ricettate e usate per consumare agguati sono stati parcheggiati all’ombra dell’ospedale, prima di essere poi ripuliti. Possiamo dunque affermare che quello che sta emergendo nelle indagini condotte dalla Procura di Napoli non ci sorprende affatto ma conferma quanto abbiamo affermato per lungo tempo, cioè la necessità di bonificare il nosocomio dai delinquenti e dai complici che li hanno aiutati”.
“L’esistenza di un “cup” del clan Contini, che permetteva di ottenere visite bypassando le liste d’attesa non è che un’ennesima prova dell’influenza della camorra all’interno dell’ospedale. Una vergogna e anche una ingiustizia verso le persona che devono aspettare liste di attesa lunghissime anche a causa di questi sistemi criminali e di favoritismi ignobili. I clan erano presenti in tutti i gangli, dal personale interno fino ad arrivare alla gestione del parcheggio all’esterno. L’opera di bonifica portata avanti dal commissario straordinario della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva ha permesso di riaffermare la legalità all’interno dell’ospedale. La nostra richiesta è che bisogna proseguire lungo questo percorso con la massima determinazione. L’auspicio è che l’attività investigativa permetta di punire duramente chi per anni ha fatto i propri comodi all’interno dell’ospedale in maniera delinquenziale compresi i complici interni”.
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