L’inchiesta portò tre persone in carcere e sette ai domiciliari
Resta in carcere Luigi Scavone, ritenuto dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Napoli, uno dei soci occulti del gruppo di aziende che costituiscono la Alma Spa, finita al centro di una inchiesta su una maxi evasione fiscale da 70 milioni di euro che portò tre persone in carcere e sette ai domiciliari.
I
l gip del Tribunale di Napoli, Valentina Gallo, ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari avanzata nei giorni scorsi dall’avvocato dell’ex presidente dell’Alma Basket. Il giudice delle indagini preliminari ha invece scarcerato Francesco Barbarino, considerato il ‘deus ex machina’ della maxi frode, anche lui ritenuto socio occulto di Alma spa.
Scavone, indagato assieme ad altri imprenditori per l’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali in relazione al giro di affari della società di lavoro interinale, rimane dunque in cella a Poggioreale. È detenuto dal 26 marzo scorso, dopo l’arresto avvenuto a Napoli. Un paio di settimane fa il Tribunale del Riesame di Napoli ha rigettato l’istanza di scarcerazione presentata dal legale dell’ingegnere e rappresentante legale della Alma spa, Francesco Marconi, l’unico degli indagati che ha respinto gli addebiti mossi nei suoi confronti dai magistrati napoletani.
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