Napoli, fidanzati sbadati distruggono il quadro di Totò esposto alla mostra Brikmania
Sbadataggine, mania per i selfie e il pasticcio è servito: l’icona raffigurante Antonio De Curtis, in arte Totò, realizzata con oltre 2300 mattoncini Lego è andata distrutta. L’opera, esposta alla mostra Brikmania presso palazzo Fondi a Napoli è precipitata a terra per l’urto accidentalmente provocato da una coppia di visitatori di Salerno intenta a scattarsi un selfie con lo sfondo del celebre volto di Totò. I due, riferisce ilMattino, si erano appena messi in posa quando si sono sbilanciati indietro per trovare la migliore angolazione fotografica, urtando l’opera che si trovava alle loro spalle.
“I due fidanzati di Salerno erano giunti in visita a Brikmania” – confermano gli organizzatori della mostra che espone varie scene e istallazioni di Lego realizzate con oltre 2 milioni di mattoncini – “dopo essersi goduti ogni realizzazione dell’allestimento e aver apprezzato il percorso espositivo per quasi un’ora desideravano fare una foto caratteristica da portare a casa come ricordo: un selfie che li ritraesse con alle spalle la celebre effige di Totò”. Per questo motivo educatamente i giovani avevano chiesto il permesso al personale di reception di farsi il selfie. Richiesta che gli era stata accordata. “Abbiamo appena fatto a tempo a perderli di vista” raccontano gli stewart di sala “nel percorso della mostra, che abbiamo udito un forte rumore provenire dall’area dove l’opera era esposta”. Raggiunta infatti la sala con l’effige di Totò il personale ha potuto solamente constatare che il quadro si trovava a terra distrutto per buona parte.
Dispiaciutissimi i due ragazzi di circa 25 anni che oggettivamente non sapevano come avrebbero potuto rimediare al danno. A questo si è aggiunto l’imbarazzo di aver distrutto, non l’immagine di un personaggio qualunque, ma quello di uno dei simboli intramontabili della città partenopea e di tutta la Campania.
“Il restauro è stato preso in carica da un noto collezionista veneto. Sperando di riconsegnarla alla sede espositiva in tempo per la chiusura della mostra, in modo da donare l’opera alla città come promesso”, fanno sapere gli organizzatori della Mostra.
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