I familiari: “Avevamo chiesto che finisse i suoi giorni a casa”
È in condizioni gravissime, quasi disperate, Giorgio Mancinelli. Il 72enne di Napoli condannato per bancarotta fraudolenta e spedito in carcere senza se e senza ma nonostante l’età, ma soprattutto il grave stato di salute (è ormai incosciente, in coma).
Il suo calvario rischia di concludersi per sempre in un letto dell’Ospedale del Mare di Napoli, dove è stato ricoverato d’urgenza il 27 aprile scorso. E adesso la moglie e i suoi familiari denunciano: “Avevamo chiesto che finisse i suoi giorni a casa, ma il Tribunale di Sorveglianza ci ha negato anche questo, nonostante vi fosse un parere favorevole del pubblico ministero”.
A spiegare lo stato di salute di Giorgio Mancinelli, originario di San Giovanni a Teduccio (Napoli), sposato e padre di una figlia che soffre di una grave disabilità invalidante, non servono giudici né avvocati. Basta leggere la sua cartella clinica: epilessia, diabete mellito di secondo tipo, encefalite posterpetica e decadimento cognitivo di grado severo (Alzheimer grave), trapianto della cornea ed altro ancora. Ora Mancinelli è in fin di vita. Lo attestano gli ultimi referti medici stilati all’Ospedale del Mare, dove, peraltro, i suoi ricoveri da Pasqua a oggi sono stati ben due. In tutto questo drammatico quadro non bisogna perdere di vista un dato: la moglie dell’uomo (che sta vivendo sulla propria pelle, da sola, una situazione ai limiti del sostenibile) aveva chiesto tramite i suoi legali alla Sorveglianza di rivedere quella decisione che insisteva per la detenzione carceraria, senza accogliere la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Il magistrato competente si era riservata di valutare la domanda, fissando tuttavia l’udienza al prossimo 16 maggio. Forse però per quella data il 72enne non ci sarà più.
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