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Napoli, Corbo: “Milik ha due meriti, Insigne si crede la somma di Dybala e Messi”

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Antonio Corbo, attraverso il suo editoriale su Repubblica, ha parlato del match che il Napoli ha vinto contro il Genoa avvicinandosi alla vetta della classifica occupata dalla Juventus ma lontana solo due lunghezze.

E

cco quanto scrive:

“Indimenticabile week-end, il Napoli passa dalla improvvisa felicità dello stop juventino a Ferrara ad una evidente sindrome: l’ossessione di vincere per avvicinarsi alla diabolica Signora degli scudetti lo costringe ad un avvio di profondo disagio. Vuoi vedere che il Genoa resiste come la Spal? Con il passare delle ore, l’euforia del sabato sera sfuma negli inconfessabili timori di un flop. Due pali nel giro di 50’ sono segnali di un destino segnato per il Genoa: sui calci piazzati il Napoli c’è ed è micidiale quando in orizzontale si stende davanti alla porta di Perin. Basta attendere. Ballardini ha studiato un dispositivo tattico di vigore e umiltà insieme. Comincia anche lui da Jorginho, punto nevralgico del Napoli. Lo controlla in fase avanzata Pandev, in seconda battuta Lazovic. Ne deriva una doppia responsabilità per Koulibaly che Lazovic mette alla frusta con i suoi blitz sulla destra. Il Genoa per mezz’ora ha la superiorità numerica a centrocampo: nel 3-5-1-1 in quintetto copre bene, con Laxalt che rientra nella fascia disertata da Callejòn e poco battuta da Hysaj. La linea difensiva a 4 non si scompone anche il Napoli tiene palla. Questo consolida la difesa avanzata del Genoa, un disguido acuito dopo poco dall’infortunio di Hamisik. Penetrare è più laborioso perché Allan da qualche gara è opaco, frenetico; e dalla difesa gli esterni non salgono. Frenetico è tutto il Napoli, non vuole, non può sfuggirgli la grande opportunità di passare a meno 2 dalla Juve. Migliora alla mezz’ora il rapporto quando Mario Rui avanza per accostarsi a Insigne. A destra Callejòn, controllato da Zukanovic, risponde occupato. Ma c’è qualcosa in più: il Napoli eleva il ritmo, costringendo il Genoa a concedergli campo. Nella ripresa, quando il Napoli costruisce, la linea è a 3 e non più l’inutile quartetto che crea la superiorità numerica del Genoa al centro. Ballardini dopo un insidioso contropiede, ritira Pandev per il mediano Rigoni. Vede stanco lo stempiato macedone o si preoccupa di consolidare la fase difensiva? Passa oltre un’ora e si affollano i cattivi pensieri. Si può solo immaginare che cosa passi nella mente dei due allenatori. Sarri pensa a Milik ma preferisce attendere, contro una difesa così munita quanto può l’attaccante più alto? Vi sarebbe il colosso argentino Spolli ad attenderlo. Ballardini si illude, perché vede che il Napoli fa pressione ma non morde. Il vecchio Bertolacci fa scudo dall’inizio, dirige, contrasta. C’è però qualcosa che il Napoli sa ed il Genoa non immagina. Da ieri più che mai il Napoli puntato sui calci piazzati, e batte i corner tutti ad un metro all’uscita alare di Perin. I difensori puntuli corrono in area di rigore. In missione speciale sempre Koulibaly, Albiol ed anche Hysaj. È Koulibaly il pericolo, e ci pensa Spolli. Ma tutto il Napoli si riversa nell’ara del portiere, una densa striscia azzurri in orizzontale è il congegno studiato chissà quante volte, ed è l’insospettabile Albiol a premiare Sarri di testa, la testa di un temprato difensore di scuola spagnola. C’è spazio anche per Milik, che ha due meriti. Se la cava bene ed offre una palla gol in contropiede, fallita da Insigne. Che nel Napoli a meno due dalla Juve si sente la somma di Dybala e Messi. Purtroppo”.


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