Napoli, il Consiglio Comunale ha approvato le due delibere sulla ridefinizione del piano di riequilibrio
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li interventi dell’assesore Panini e del Sindaco de Magistris prima dell’approvazione degli atti ridefinizione del piano di riequilibrio.
L’assessore Panini durante il suo intervento, ha ritenuto necessario definire gli atti dell’amministrazione come tecnicamente precisi e politicamente orientati. Va ricordata, invece, la pronuncia della Corte dei conti, sezione regionale di controllo della Campania, riferita alI’ispezione relativa al bilancio previsionale 2010 e consuntivo 2011 in cui venne accertata la mancata adozione di misure per evitare gravi irregolarità contabili e il conseguente aggravamento della situazione economico finanziaria del comune, con profili di squilibrio in grado di procurarne il dissesto. Perché il Comune è riuscito a manteneregli impegni assunti nel piano di rientro nel 2013 e nel 2014 e poi non più? Perché sono diminuiti notevolmente i trasferimenti, aumentata la copertura dei debiti di dubbia esigibilità ed emanate le norme sulla contabilità armonizzata. C’è stata una cattiva amministrazione qui o un mancato coordinamento delle norme? Chi vuole battere il sindaco lo deve fare nelle urne e non in altri modi. Questa amministraxione avrà fatto errori, ha concluso Panini, ma ha anche mantenuto i livelli occupazionali e salvato le società partecipate, mentre resta il tema della politica sui comuni, la popolazione più penalizzata nei servizi risiede nei comuni del Mezzogiorno. Per loro, da Napoli, è partita la richiesta di maggiore attenzione.
Il primo cittadino de Magistris ha voluto ricordare il ruolo svolto da tutti, a partire dal Consiglio comunale. L’approvazione della norma della legge di bilancio costituisce una pagina di altissima cooperazione istituzionale, nella quale il sindaco ha fatto la sua parte insieme ad altri, Governo, Anci e Parlamento. Ma va chiarito che non vi era un clima in cui tutti erano d’accordo, perché prima dell’approvazione della norma in questione venne comunicato che il governo aveva presentato in commissione Bilancio alla Camera un emendamento contro Napoli in cui era scritto che tutti potevano ripresentare un piano di riequilibrio eccetto la nostra città. In caso di approvazione di una tale norma, ha ribadito il Sindaco, si sarebbe dato inizio ad un conflitto politico-istituzionale senza precedenti, che è stato scongiurato dall’intervento tempestivo fatto presso le più alte cariche, con il conseguente accantonamento dell’emendamento. Nell’Anci, vi è stato uno schieramento di tutti i sindaci, di orientamenti molto diversi tra loro, mentre parte del PD intendeva tenere la città al guinzaglio. Sappiamo perfettamente che la strada in salita non è finita e che potranno esserci errori, ma saranno gli elettori a giudicare al momento opportuno. De Magistris ha poi ricordato che Napoli ha contribuito a salvare altri trecento comuni, ma senza molte norme in materia di contabilità emanate negli anni si sarebbe superato il disavanzo della città. Occorre intervenire in modo strutturale sul debito, con un audit che serva a investigare il debito, che gli enti locali pagano più del governo nazionale. Il merito della cooperazione istituzionale lo si deve a quello che Napoli ha fatto come città e che oggi dopo l’approvazione della legge di bilancio gode di maggiore rispetto, forza e autorevolezza.
Per dichiarazioni di voto sono intervenuti i consiglieri: Valente (PD) che ha sottolineato che la norma che consente la ridefinizione del debito è stata presentata in commissione bilancio dal capogruppo del PD ed ha ricostruito tutti i passaggi che hanno portato alla scrittura della stessa, contestando che ci fossero differenti visioni all’interno del partito di maggioranza in Parlamento. La norma, che guarda alla generalità dei Comuni in difficoltà, è frutto della collaborazione istituzionale e della necessità del rigore nei conti a salvaguardia dei cittadini.
Guangi (Forza Italia) ha confermato il grande senso di responsabilità che ha portato a sostenere la norma della legge di Bilancio e ha confermato il voto di astensione pur ribadendo il giudizio severo sull’amministrazione cittadina.
La delibera n. 2/2018, votata per appello nominale, è stata quindi approvata con 24 voti favorevoli e 8 astenuti.
Subito dopo, la delibera n. 3/2018 è stata approvata a maggioranza con l’astensione dei gruppi Movimento 5 Stelle, PD, Forza Italia, La Città, Prima Napoli e del consigliere Troncone (Misto).
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