Azione collettiva di 300 pazienti, riuniti per denunciare l’interruzione delle cure e le infinite liste d’attesa dell’Asl Napoli 2
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Avevamo chiesto liste d’attesa certe e brevi e invece le cure sono interrotte per mancanza di fondi. Non è possibile pensare di attendere l’aggravamento delle condizioni di salute per riprendere le cure, in questo modo si rischia la morte dei pazienti”. E’ stata questa la dichiarazione dell’avvocato che porterà avanti la class action di 300 pazienti contro l’Asl Napoli 2 e le liste d’attesa che producono l’interuzione delle cure. A guidare l’esercito di degenti, affetti da differenti patologie, da quelle cardiache alle malattie tumorali, è l’avvocato Angelo Pisani, non nuovo a questo genere di iniziative.
L’azione legale di gruppo, un’iniziativa ancora rara in Italia ma molto diffusa nei paesi anglosassoni e soprattutto in america, è partita: “Ci siamo rivolti a tutte le magistrature – prosegue l’avvocato – Penale per i decessi avvenuti nel territorio dell’Asl Napoli 2; civile per chiedere i risarcimenti danni e alla Corte dei conti per capire come vengono usati i fondi pubblici”.
Durante la presentazione dell’iniziativa legale e’ stato anche illustrato lo schema al quale i degenti sono costretti a riferirsi per riuscire a ricevere l’assistenza post operatoria necessaria: “E’ un gorgo infernale – ha aggiunto Pisani -. Prima si deve procedere a una visita specialistica all’Asl che prescrive il trattamento riabilitativo; a questo punto il paziente deve trovare un centro convenzionato che deve comunicare la disponibilita’. Successivamente il paziente e’ costretto a tornare all’Asl che, non soddisfatta, sottopone il malcapitato sofferente a un’ulteriore visita stavolta affidata a una commissione. Ma qui si ferma tutto perche’ queste commissioni si riuniscono ogni tre mesi e, come nel caso di Pozzuoli, non producono risposte”. Durante l’incontro hanno denunciato di non riuscire a ricevere le cure riabilitative, tra gli altri, Francesco di Gioia (cardiopatico), Laura Amoroso (affetta da linfedema) e Antonio Dato: “Il paradosso – denuncia quest’ultimo – e’ che a Pozzuoli mi si nega l’assistenza ma con un escamotage, con la prescrizione del medico curante, mi sono recato a un centro convenzionato che non rientra nella mia Asl e dopo la visita del primario mi e’ stato fissato un day hospital e le stesse cure. Con un costo della collettivita’ superiore di cinque volte: chi paga tutto questo? E chi non ha la forza come me di muoversi, come fara’?”
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