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Castellammare di Stabia

Napoli, cittadini e commercianti insorgono contro il cantiere in piazza Mercato

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Lavori fermi da mesi a causa di alcuni contenziosi

Da qualche tempo a Napoli è sorta un’altra montagna: quella dei basoli vesuviani che giacciono ormai da mesi ammassati nell’enorme cantiere Unesco di piazza Mercato, uno dei più controversi e contestati dell’intera città. Da diversi mesi i lavori sono fermi a causa dei noti contenziosi che, a più riprese, hanno bloccato i lavori.

Oggi tutta l’area ha assunto una atmosfera spettrale, con il perimetro del cantiere – ma anche molti spazi interni – che somigliano a una mega discarica. Gli spazi dove hanno preso vita – e si sono concluse tragicamente come nel caso di Masaniello – le grandi rivoluzioni napoletane, ben lungi dall’essere inclusi nei grandi percorsi turistici, sono diventati una landa desolata dove la fanno da padrone i razziatori di basoli vesuviani – merce preziosa sul mercato nero – i ladri di materiali ferrosi e, soprattutto, i ratti. Migliaia di topi, come hanno denunciato i cittadini di piazza Mercato, hanno invaso tutti gli spazi e, specie nelle ore serali e notturne, rendono pericoloso anche il semplice transito pedonale.
“Questa piazza è morta dal punto di vista commerciale – tuonano i titolari dei pochi negozi storici che resistono a fatica nel più antico centro commerciale all’aperto del Mezzogiorno – a causa di questo cantiere che blocca tutto e dei lavori infiniti di via Marina. I clienti non arrivano qui e ci troviamo nella condizione di dover chiudere o licenziare il personale. Continuiamo a pagare le tasse – continuano i commercianti – ma qui le istituzioni non si fanno proprio vedere. La sera piazza Mercato è terra di nessuno e circolare a piedi è pericoloso. I residenti del palazzo Ottieri hanno paura anche a scendere di casa perchè rischiano di essere aggrediti dalle centinaia di topi che vengono fuori dalle fognature visto che i tombini sono stati rubati dai rom”.
L’ultimo intervento realizzati dagli operai del progetto Unesco è stato il consolidamento della recinzione del cantiere. A causa dei numerosi varchi, infatti, l’area di cantiere era utilizzata dai giovani del quartiere come campo da calcio, con tutti i conseguenti rischi per la loro incolumità.
“Piazza Mercato somiglia a una zona bombardata – afferma il presidente del Comitato Civico Portosalvo Antonio Pariante – e per questo scempio che si sta compiendo ai danni di un luogo ricco di storia si conoscono i responsabili. Il Comune di Napoli e la Sovrintendenza dovranno rispondere ai cittadini del loro operato – l’affondo di Pariante – non si possono più barricare sui ritardi nell’erogazione dei fondi Unesco. Il risultato del loro immobilismo è quello di aver fatto miseramente naufragare il progetto Unesco, con i fondi europei che torneranno al mittente. Di conseguenza, se non si troveranno altre soluzioni a stretto giro, piazza Mercato e altri cantieri aperti in città resteranno così. Negli scorsi mesi – ricorda Pariante – solo grazie al nostro intervento si è evitato lo scempio che stavano compiendo ai danni di questa piazza, installando la pietra etnea al posto di quella vesuviana. Ci siamo battuti con tutte le nostre forze per la dignità di piazza Mercato, ora sono le istituzioni che devono fare la loro parte. Non possono più barricarsi dietro scuse e pretesti di comodo che hanno il solo scopo di mascherare incapacità di portare a termine lavori che, in altri centi storici d’Europa, sono stati perfettamente realizzati”.

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