Napoli al buio per Natale: i commercianti protestano
Gli otto firmatari della lettera inviata al sindaco per dire basta all’approssimazione nella gestione degli eventi che riguardano la città , a cominciare dagli addobbi di Natale fino all’intrattenimento, soprattutto nei mesi di maggiore affluenza turistica, spiegano perché hanno deciso di scendere in campo e dire la loro.
Maurizio Marinella non nasconde la sua amarezza: «È anche noioso ogni anno sentirsi ripetere sempre la stessa cosa: a novembre si dice che soldi non ce ne sono e la città resta al buio. E allora partono le collette e si cerca di rimediare accendendo un po’ qua e un po’ là in base alla disponibilità dei singoli commercianti: ognuno fa quello che gli pare e alla fine il risultato è pessimo. Vi pare possibile? A me no. Di questa elemosina non se può più: non è giusto per una città che sta vivendo una nuova giovinezza e avrebbe tutto il diritto di essere trattata alla stregua delle più belle d’Italia e d’Europa». Marinella, che pur di restituire un po’ di dignità alle aiuole di piazza Vittoria, a due passi dal suo negozio, qualche anno fa decise di adottarne una rimettendola a nuovo a sue spese, parla di arredo urbano «completamente abbandonato». «Se vogliamo vedere due luci dobbiamo andare a Salerno – prosegue il re delle cravatte – perché qui non c’è niente. In questi giorni per entrare da Marinella ci sono un centinaio di metri di fila e tra chi aspetta tanti sono turisti. Insomma, possiamo invertire la rotta e cominciare a trasmettere a chi vieni a trovarci la sensazione di trovarsi in una Napoli diversa? O dobbiamo continuare a essere considerati di serie B?».
Ed ecco la seconda firma in calce alla lettera spedita a Palazzo San Giacomo: Sally Monetti, negozi a Napoli, Roma e Milano, alla guida della storica azienda Eddy Monetti, simbolo dello stile made in Naples e dell’eleganza maschile all’ombra del Vesuvio. Nel corso degli anni, Monetti ha vestito dalle star del grande schermo a quelle della musica ma anche re e capi di stato: «L’ho detto in una recente intervista e lo ribadisco: se in questa città non avessi il cuore, i negozi li avrei già chiusi: non c’è interesse e non c’è convenienza. Come si può pensare di non montare le luci di Natale? E come si può dare per scontato che i commercianti facciano tutto loro, dalla scelta delle luminarie al pagamento. Follia».
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