Alla vigilia del 68° Festival di Sanremo, è stato presentato ieri a Roma il sito “canzone italiana” che riunisce 100 anni di musica in una sola raccolta che varia dalle romantiche al rock, dai brani d’autore alle canzonette, dal pop nostrano alla musica da ballo. Inoltre i protagonisti di Sanremo, i canti di guerra e della Liberazione, la musica popolare e di protesta.
Questo sito-archivio contiene circa 200mila canzoni in un unico catalogo, il più grande in Europa, nato grazie al duro lavoro dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi del MiBACT in collaborazione con Spotify, il servizio musicale che permette di ascoltare gratuitamente i brani della seconda metà del 1900, nella loro versione originale certificata dall’Istituto.
A presentarlo, il direttore dell’Icbsa, Massimo Pistacchi, alla presenza del Ministro dei Beni culturali e Turismo Dario Franceschini e degli artisti Mogol, Nicola Piovani, Tosca, Ambrogio Sparagna e Dj Coccoluto.
“È la prima volta che il più grande archivio di beni sonori entra nel mondo del web, questo progetto è nato nel giugno 2016 su precisa indicazione del ministro e parte dal presupposto che la canzone italiana fa parte del patrimonio culturale italiano” spiega Pistacchi in un’intervista.
Il portale è diviso in quattro grandi aree e cioè “1900-1950” che spazia da Giuseppe Verdi alle prime melodie dei microfoni dell’Eiar (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche), alle colonne sonore che hanno accompagnato i successi del grande schermo, dalla canzone napoletana alle canzoni della Grande Guerra e della Seconda Guerra Mondiale e i Canti dei Partigiani, gli inni e i canti patriottici dal Risorgimento all’Unità nazionale.
L’area “1950-2000” dove troviamo il rock ’n roll, il boogie woogie e il twist come musica da ballo quali segnali di una cultura giovanile che sta cambiando. Nel 1951 iniziava il primo Festival della canzone Italiana e le sigle dei primi programmi televisivi. Brani di festival come il Cantagiro e il Festivalbar si mescolano con rock, pop e progressive e le canzoni politiche che hanno segnato gli anni della contestazione, per non parlare degli ultimi vent’anni, che hanno visto la contaminazione con stili internazionali.
La terza area “Tradizioni popolari” dove troviamo una collezione originale per ricostruire la realtà culturale e linguistica delle regioni italiane.
Infine, l’ultima area, “Contributi speciali” dove è possibile consultare notizie e curiosità di autori e artisti oltre alla Discografia nazionale della canzone italiana, archivio di dati che documenta la produzione discografica dall’inizio del secolo scorso fino ai nostri giorni.
La ricerca può essere fatta per autore, titolo, casa discografica e interprete
Una testimonianza del patrimonio musicale italiano, un’enciclopedia sonora, un archivio che racconta l’Italia anche al fuori dei suoi confini, fruibile in altre 7 lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, cinese, giapponese).
Come ricordato da Franceschini “Grazie al lavoro dell’Icbsa (l’ex-Discoteca di Stato) è stato realizzato un archivio digitale della canzone italiana in tutte le sue epoche e forme. Due anni fa abbiamo iniziato a ragionare su come rendere fruibile il patrimonio della discoteca di stato, come luogo della memoria e come luogo della promozione italiana del mondo. Questo archivio verrà implementato con 5000 canzoni al mese, finché non finirà il lavoro. Ci pare importante che alla vigilia di Sanremo sia online un portale unico al mondo, fruibile in più lingue, su cui è possibile ascoltare gratuitamente circa 200mila canzoni italiane dal 1900 al 2000. Di ogni canzone esiste una scheda che potrà essere ampliata all’interno di qualcosa che si configura come una sorta di archivio centrale dello Stato dedicato alla canzone italiana”.
Il link per collegarsi è www.canzoneitaliana.it e sarà aggiornato al ritmo di 5 mila canzoni al mese ampliando anche la parte documentaria. Ancora il ministro Franceschini spiega “In questo modo il portale diventa una sorta di archivio centrale dello Stato, che durerà nel tempo. Un lavoro enorme, molto importante anche per l’immagine dell’Italia nel mondo“. (fonte ANSA).
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