Sul circuito Ricardo Tormo strepitoso trionfo di Morbidelli che vince alla grande su Miller, Mir con la settima posizione è aritmeticamente campione
All’inizio di quest’anno, probabilmente, nessuno di noi si sarebbe aspettato ciò che il 2020 ci ha riservato. Se a un tifoso medio, a un giornalista o ancora ad uno degli stessi piloti del motomondiale avessimo domandato il nome del campione del mondo 2020, la quasi totalità degli intervistati avrebbe risposto con un solo nome: Marc Marquez. E invece, purtroppo, il fuoriclasse iberico è stato messo fuori gioco da una brutta caduta a Jerez che gli ha impedito di correre per tutta la stagione.
La sua assenza ci ha però regalato un mondiale combattutissimo e dall’esito inaspettato. E ci ha regalato anche un nuovo campione del mondo: Joan Mir. Nato a Palma di Maiorca, come Jorge Lorenzo, già campione mondiale moto3 nel 2017, Mir aveva debuttato l’anno scorso sulla Suzuki dopo un solo anno di Moto2. La stagione di debutto non brillantissima, senza acuti, è forse il segreto del suo successo. Senza le pressioni e le aspettative dei media il giovane maiorchino è riuscito a raccogliere punti con costanza, dimostrando spesso anche un’ottima velocità. E così, da outsider che era a inizio stagione, si è piano piano dimostrato degno del titolo che ha portato a casa.
Menzione d’onore per Suzuki: la GSX-RR quest’anno è migliorata enormemente rispetto alla scorsa stagione, si è dimostrata una moto sempre veloce ed affidabile, senza alti e bassi in stile Yamaha o Ducati ma con un rendimento costante lungo tutta la stagione. In un campionato equilibrato come questo, la chiave per vincere l’hanno trovata gli uomini del contentissimo Davide Brivio coadiuvati dagli ingegneri della casa di Hamamatsu. E ora c’è curiosità per scoprire se saranno capaci di riconfermarsi il prossimo anno.
La gara
La vittoria del mondiale per Mir arriva con un settimo posto da ragioniere, ottenuto senza prendersi rischi, pensando ad ottenere la matematica certezza del titolo. A vincere è Franco Morbidelli, dopo una gara strepitosa e un duello da annali con Jack Miller (2°). La prestazione del Morbido è da campione, tanto che vien da pensare che in Yamaha siano matti ad avergli preferito Quartararo (caduto pure ieri, ndr) nel team ufficiale. E vien anche da pensare che senza il motore andato in fumo a Jerez e l’entrata kamikaze di Zarco in Austria, il nostro Franco avrebbe potuto almeno giocarsi il titolo fino alla fine con il 36 della Suzuki.
Al terzo posto giunge Pol Espargaro, con KTM che chiude un altro ottimo weekend piazzando anche Binder in quinta posizione e Oliveira in sesta. Quarto Rins sull’altra Suzuki. Ottavo Dovizioso con una Ducati ufficiale sempre in crisi. Nono Aleix Espargaro su una buona Aprilia che fa ben sperare per il 2021 (e che cerca un secondo pilota). Disastrose le tre Yamaha 2020 con Vinales decimo, Rossi 12° e Quartararo per terra nei primi giri. Bagnaia 11°, chiudono i punti Crutchlow (13°); Bradl (14°) e Petrucci (15°).
Appuntamento a Venerdì in Portogallo, con i team che arriveranno a Portimao per l’ultima gara della stagione.
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