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Molenbeek Bruxelles: criminali di quartiere divenuti jihadisti

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Molenbeek , l’arresto di Salah Abdeslam (reuters)

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alla gang di Molenbeek agli studenti di Schaerbeek. Furti, violenze e spaccio: così nelle strade si “formarono” i terroristi della cellula di Abaaoud. Radicalizzati da quattro “cattivi maestri”

BRUXELLES – La chiamano la cellula terroristica di Abaaoud, adesso. Ma fino a tre anni fa gli uomini che hanno lordato Parigi e Bruxelles con il sangue di 161 innocenti, erano semplici criminali di quartiere. Divisi in tre bande. C’era il gruppo di Molenbeek, ovviamente. I padroni, i più numerosi. Qualche chilometro verso est sul croissant pauvre, la cintura povera della capitale belga, c’era la Leaken dei fratelli Bakraoui, ladruncoli di macchine col vizio di maneggiare le armi. Un po’ più in là, a Schaerbeek, vivevano gli “studiosi”. L’universitario Lachraaoui, l’artificiere. E il giornalista freelance Faycal Cheffou, l’attentatore col cappello. Della religione non fregava niente a nessuno.

IN UN CHILOMETRO QUADRATO
Torniamo al 2013, dunque. Quando i terroristi che hanno sconvolto l’Europa non avevano ancora aderito al fanatismo del Califfato, né alla barbarie della guerra in Siria.

Quelli di Molenbeek vivono dentro un chilometro quadrato. Scandiscono le giornate tra rapine, canne, birra e ragazze. Non hanno tempo per la moschea, né per la preghiera. Abdelhamid Abaaoud è il terzo figlio di Omar, commerciante benestante che ha un bel negozio di tessuti a rue du Prado, una traversa della piazza del municipio.

L’appartamento dei fratelli Salah e Brahim Abdeslam è all’angolo della stessa piazza, sopra una gioielleria. Alle spalle del caseggiato c’è rue Evariste Pierron, dove vive il belga con origini marocchine Chakib Akrouh, che parteciperà al commando delle Terrasses di Parigi. Si fanno duecento passi e si arriva al 3 di rue Ransfort: in questo dignitoso salone di coiffeur ha investito i suoi risparmi Mohamed Abrini, oggi latitante per aver accompagnato in Francia Salah il giorno prima della mattanza del venerdì 13 novembre.

Nella stessa via risiede un altro “arnese” che nel giro di due anni farà parlare di sé: Ayoub El Khazzani, l’uomo che nell’agosto scorso ha ferito tre passeggeri sparando con un fucile d’assalto sul treno Thalys tra Amsterdam e Parigi. In quel chilometro quadrato di Molenbeek, ci sono tutti. “Erano una banda – ricorda Albert R., uno dei vicini di casa degli Abdeslam – con un capo indiscusso: Abaaoud, il ricco. Qualcuno era un più violento degli altri, ma tutti amavano la bella vita”. Che ha un costo, e per Salah il salario per il lavoro da meccanico non basta. Così si arrangia spacciando. Ha già conosciuto il carcere: nel 2010 è finito dentro con Abaaoud per rapina a mano armata.

I FRATELLI DI LAEKEN
Nella gang di Molenbeek, nel 2014, bazzica anche un “forestiero”. Ibrahim Bakraoui è di Laeken, e gli altri lo conoscono di fama. “È il matto che ha sparato alla polizia”.

L’episodio risale al gennaio 2010. Ibrahim viene beccato mentre tenta di rapinare uno sportello Western Union vicino alla casa dei suoi genitori in rue Wauthier. Per fuggire spara e ferisce un agente, ma in cantina gli trovano due kalashnikov. Nove anni di carcere: questa è la condanna, ma esce di prigione dopo quattro con la condizionale. Referenze sufficienti, a Molenbeek, per ottenere da Omar, il padre di Abdelhamid Abaaoud, un impiego part time al magazzino di tessuti.

Ibrahim ci lavora per qualche mese e trascina nella “batteria” di Molenbeek il fratello minore Khalid, che il carcere non l’ha ancora assaggiato nonostante la grande passione per guidare le macchine degli altri: da quando ha 15 anni ruba auto, spesso solo per il gusto di farle filare a tutta velocità lungo gli otto chilometri di asfalto del petit ring che circonda il centro storico. Si è guadagnato un soprannome: “Lamborghini”.

Il 22 marzo 2016 i fratelli Bakraoui si faranno esplodere con due valige imbottite di Tatp: uno all’aeroporto di Zaventem, l’altro alla fermata della metro di Maelbeek.

GLI “ISTRUITI” DI SCHAERBEEK
A Schaerbeek Najim Laachraoui, futuro artificiere della cellula, ha lasciato gli studi nel 2010, a 19 anni. Frequentava il Politecnico all’Université libre del Belgio, ma si perdeva nei tornei di frisbee nei weekend. “È sempre stato un bravo studente, Najim”. Così lo ricorda la direttrice dell’Istituto cattolico superiore della Santa Famiglia di Helmet.

Il ragazzo, per il suo futuro, ha però in mente qualcos’altro. Secondo alcuni, è diventato un attivista filopalestinese. Quel che è certo è che tra il 2012 e il 2013 frequenta i fratelli Othman e Mohamed Ahsynnai, oggi sotto processo per reclutamento di foreign fighter. E conosce l’imam radicale Mohamed Benjiba, che sarà espulso dal Belgio. Sono questi i “cattivi maestri” degli studenti di Schaerbeek, esattamente come lo è, a Molenbeek, Khalid Zarkani, amico di Abaaoud e in contatto diretto con l’Is.

Laachraoui conosce Faycal Cheffou, personaggio noto in quel di Schaerbeek non foss’altro perché suo fratello Karim, di professione rapinatore, è stato ucciso lì dalla polizia durante un arresto. Nella sua abitazione nascondeva un kalashnikov. Lo stesso Faycal è stato coinvolto in una storia di omicidio, avvenuto a casa sua mentre era assente.

Al giudice ha dovuto spiegare perché in cantina avesse uniformi della polizia, cappucci, manganelli, frutto dei suoi furtarelli. Un piccolo criminale, a quel tempo. Come gli altri gangster della periferia di Bruxelles trasformati in jihadisti.

larepubblica / Bruxelles, criminali di quartiere divenuti jihadisti dal nostro inviato FABIO TONACCI


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