Appena un mese fa, sono state consegnate alla Corte di Cassazione le 530.000 firme, raccolte con strenuo e lodevole impegno per lo più da docenti costituitisi in piccoli comitati in tutta Italia, necessarie a chiedere un referendum per abrogare la Legge 107, imposta a colpi di fiducia da un esecutivo privo di mandato popolare e sordo ad ogni protesta. I Cobas Napoli, il Coordinamento Precari Scuola di Napoli e i Docenti in lotta per i Referendum Sociali hanno lucidamente prospettato e poi sistematicamente contrastato, negli anni, l’impatto deleterio della cosiddetta “Buona Scuola”, ispirata a quell’ideologia iperliberista che pretende di azzerare ogni autonomia di giudizio e di pensiero in nome di un’autonomia intesa come mera autosufficienza economica e “produttiva” di ciascuna scuola-azienda, in ossequio al diktat arrogante del Mercato e della competitività, cui sono di ostacolo i diritti tutelati dalla Costituzione.
Già il caotico e drammatico anno scolastico appena concluso ha mostrato i contraccolpi della legge su docenti e studenti: arbitrio dirigenziale e minacce di ritorsione; laceranti conflitti per l’assegnazione del bonus; attuazione maldestra e risibile dell’alternanza Scuola-lavoro, con notevole e riprovevole impoverimento didattico. Sul fronte del reclutamento, poi, si è registrato il fallimento totale del cosiddetto “potenziamento” (demansionamento, in realtà!), con docenti umiliati e utilizzati spregiudicatamente come “tappabuchi a tempo pieno”.
I
l ministro e il governo continuano a negare la portata della tragedia immane che stanno determinando con la loro incompetenza e protervia. In questi giorni, a seguito dell’avvio forzato delle procedure di mobilità straordinaria, si stanno scatenando accese proteste per gli innumerevoli errori compiuti dal famigerato algoritmo; molti dei neoimmessi che, ricattati e messi alle strette, hanno sottoscritto il patto di “immissione in ruolo condizionata” proposto dal governo Renzi, scenderanno domani in piazza, a Napoli, per chiedere trasparenza e un decreto-legge che consenta loro di evitare o rinviare ancora il trasferimento, dopo la deroga ottenuta per quest’anno scolastico.
Al loro fianco ci saranno, prevedibilmente, quei sindacati e quelle formazioni che, da sempre compiacenti ed acquiescenti rispetto alle politiche scolastiche dei governi di “nominati”, hanno prefigurato o promesso un impossibile “rientro facile” a migliaia di mobilitati. Riteniamo inconcepibile e pericoloso che si avanzino istanze particolaristiche e verosimilmente lesive dei diritti e delle legittime aspettative di altri insegnanti, quali, ad esempio, quelli che non hanno potuto o voluto inoltrare la domanda di assunzione da cui è nato l’attuale marasma.
Condanniamo duramente l’irresponsabile atteggiamento di tutte le formazioni sindacali che brigano per ottenere dilazioni e contentini a vantaggio dell’una e a detrimento dell’altra “fascia” di docenti. La 107, infatti, ha reso tutti parimenti flessibili e fungibili, precarizzando anche gli stabili ed escludendo dalle dovute immissioni migliaia di precari. Per questo, invitiamo le lavoratrici e i lavoratori della Scuola a riflettere ad ampio raggio sulla guerra fratricida che è stata dolosamente innescata e che sta dilaniando la categoria, nonché sul peggioramento delle condizioni di lavoro e sulle restrizioni degli spazi di libertà e democrazia che la 107 implica, azzerando carriere, discriminando su base economica gli studenti e riducendo l’insegnamento ad addestramento monocorde ed eterodiretto.
Ora che i nodi stanno venendo al pettine, dobbiamo continuare a credere e a pensare che il “si salvi chi può” non sia una soluzione praticabile né degna della Scuola pubblica italiana. Occorre che ci mobilitiamo finalmente in modo unitario e fermo su una piattaforma di rivendicazioni radicali e di alto profilo, che contempli l’indispensabile ritiro dei tagli Gelmini, l’abrogazione della devastante Legge 107 e il blocco immediato dell’incostituzionale “chiamata diretta”, nella consapevolezza che solo la compattezza e il rifiuto della delega potranno mettere fine al calvario della categoria, stremata tanto dagli oltraggi ministeriali quanto dalle interessate e congiunturali strumentalizzazioni da parte di forze complici e colluse con lo sfascio programmato della Scuola pubblica.
I Cobas Napoli
Il Coordinamento Precari Scuola Napoli
I Docenti in lotta per i Referendum Sociali (Napoli)
vivicentro.it/cronaca / orizzontescuola
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