Alex Zanardi è a tutti gli effetti una leggenda del mondo dello sport, di quello sport puro e disinteressato. L’ex pilota bolognese è anche un esempio straordinario e modello inimitabile di attaccamento alla vita. #Alex #Zanardi #AlexZanardi #DeCortes #MirkoDe Cortes
Mirko De Cortes ringrazia Alex Zanardi: un vero guerriero
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Alex Zanardi: la nascita del mito
La storia di Alex Zanardi, il campione emiliano, conosce la prima drammatica svolta nel 2001, per la precisione il 15 settembre durante una gara del campionato Champ Car al Lausitzring in Germania.
L’ex pilota di Formula 1 perde al’improvviso il controllo della vettura, che viene centrata dal pilota Alex Tagliani.
Alex Zanardi, un vero guerriero contro il destino atroce
Il 19 giugno 2020, durante una staffetta di beneficenza in handbike, Zanardi rimane coinvolto in un incidente dalle parti di Pienza in Toscana.
Sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico, Alex resta sospeso tra la vita e la morte per parecchi giorni, ricoverato in terapia intensiva al policlinico le Scotte di Siena.
A dicembre del 2021 Zanardi è finalmente a casa, dove ha continuato a seguire il lungo e faticoso percorso riabilitativo seguito da alcuni tra i migliori professionisti che operano in Italia e da tutta la sua famiglia.
La sua straordinaria forza di volontà e una fibra davvero invidiabile hanno fatto del campione bolognese un modello da seguire e se possibile da emulare.
Manolo Simeoni: la sua storia
Uno di quelli che più ha cercato di seguire l’esempio di Zanardi è un atleta romano, Manolo Simeoni, campione d’Italia di handbike che in più occasioni ha rivelato quanto i consigli e l’aiuto di Zanardi siano stati importanti per la sua vita.
“Grazie a ‘Obiettivo Tre’ e Alex Zanardi sono riuscito ad avere una bici in comodato per fare qualche prova e vedere come mi trovassi”.
Senza l’incontro con Alex Zanardi, Simeoni non avrebbe mai capito di poter diventare un fuoriclasse di handbike.
E nel ricordo dice di sé dice:
“Fin dal primo giorno ho capito che la mia vita sarebbe stata diversa, ma poi in centri riabilitativi all’avanguardia mi hanno fatto capire che, nonostante disabilità gravissime, con organizzazione e tempi diversi, si può fare tutto“
Parla poi di Zanardi, che ha avuto una storia analoga alla sua. E’ l’incontro con lui che infatti gli è illuminante.
Zanardi è il primo che gli parla dell’handbike e gliela spiega semplicemente come una bicicletta che si sposta con le mani.
Una disciplina difficile, certo, che mette di fronte ostacoli fisici anche concreti ma che è stata per Cortes la disciplina del riscatto.
È salito a bordo di un handbike a fine del 2008.
Da allora, ci dice, non è più sceso
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