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MILANO ospita l’Annunciazione di Filippino Lippi a Palazzo Marino

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L’Annunciazione di Filippino Lippi è la tradizionale mostra a Palazzo Marino che Milano offre ai milanesi per il periodo natalizio

MILANO ospita Filippino Lippi a Palazzo Marino

Puntuale, come da un decennio a questa parte, la città di Milano da appuntamento ai milanesi – e non – per la consueta mostra natalizia a Palazzo Marino. È ormai tradizione consolidata la scelta di un’opera pittorica custodita in altra città italiana e che poi viene ospitata con tutti gli onori nella sala Alessi di Palazzo Marino, per tutto il periodo natalizio.

Quest’anno la scelta è caduta su Filippino Lippi, il delicato pittore fiorentino vissuto a Firenze in pieno Rinascimento. Fu figlio d’arte, essendo il padre pittore anch’egli ma soprattutto fu discepolo del sommo Sandro Botticelli, alla cui bottega si formò e perfezionò. Il maestro Botticelli di Filippino era anche amico, tanto che, ancora quindicenne, lo iscrisse alla Compagnia di san Luca, che era la confraternita degli artisti nella Firenze dell’epoca: correva l’anno 1472. Di lì ad un decennio il “nostro” Lippi è già un artista affermato e quotato, ricevendo incarichi da vari committenti che ne apprezzano l’arte ed il valore. Tra questi si annovera il Comune di San Gimignano, allora molto ricco e fiorente.  I Priori e i Capitani di San Gimignano non commissionano una Annunciazione per caso, ma per il fatto che in molte città italiane dell’epoca il Capodanno coincideva con il nostro 25 marzo, giorno del concepimento di Gesù, che proprio in quel giorno l’arcangelo Gabriele annuncia a Maria. Insomma se il Natale cade il 25 dicembre, tutto ebbe inizio nove mesi prima, giusto il tempo di una umana gravidanza, quale fu quella di Maria, anche se operata prodigiosamente dallo Spirito.

Filippino nel 1483-84 realizza una Annunciazione insolita, anziché un’unica tela egli dipingerà due tondi che raffigurano uno l’arcangelo nunziante e l’altro la Vergine del “fiat”. Ovviamente si voleva enfatizzare l’effetto simbolico della raffigurazione “ab Incarnatione Domini“.

Il prestito è un’operazione culturale molto fruttuosa vicendevolmente: per Milano che ospita ed offre un’opportunità museale gratuita ai milanesi e per la città di San Gimignano che fa il prestito, perché approfitta della “vetrina” milanese per ricevere visibilità e promozione al suo patrimonio artistico. In cambio del prestito il Comune di Milano si sdebiterà finanziando il restauro di un’opera presente nella Pinacoteca di San Gimignano.

La mostra, inaugurata il 29 novembre scorso, resterà aperta fino al 12 gennaio. L’allestimento in Sala Alessi di palazzo Marino è molto suggestivo. Il curatore ha studiato un percorso in penombra che conduce il visitatore a trovarsi in un vestibolo dove vengono proiettati in successione decine di dettagli delle due tele ad alta definizione, che fanno cogliere dettagli che mai si sarebbero notati ad una visione d’insieme. L’opera viene come scandagliata rigo per rigo: l’occhio gode e la mente spazia, nel considerare la maestria di un giovane pittore di soli 26 anni capace di tanta bravura.

Poi, finalmente si viene introdotti nella sala, davanti all’opera e qui è il cuore che riceve un tonfo di commozione, di fronte a tanto tripudio di colori, di fronte a tanta compostezza di volumi e di forme unite alla cura dei particolari che si erano prima ammirati e che adesso si vanno a cercare ed a tentare di individuarli ad uno ad uno. Colori pastosi, panneggio vaporoso ma leggiadro, sfondi fantasiosi, cura della prospettiva, arredo ricco di simbologia rendono i due tondi opera degna di ammirazione e contemplazione, per coglierne appieno estetica e messaggio allegorico.

La visita costituisce un’esperienza gratificante: i visitatori vengono accolti, guidati e congedati con garbo e competenza. A fine visita è disponibile una capiente sala audiovisiva, dove un filmato riprende tutte le tematiche storico-artistiche concernenti l’opera in modo da soddisfare anche i palati culturalmente più esigenti. Uscendo si ricevono in omaggio coupon per ottenere sconti successivi in altre mostre e musei cittadini. Come invito ed incentivo a fruire sempre più dei beni culturali ed a coltivare la Bellezza che essi suscitano nel nostro animo.  In questi tempi opachi in cui sembra prevalere l’egoismo, la disumanità, l’irrazionalità della forza bruta, come auspicio per il nuovo Anno 2020 non è male. Anzi.

Un grazie alla generosa Milano, da sempre città aperta ed accogliente, è più che doveroso.

Carmelo TOSCANO

 

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