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L’Austria si avvia a introdurre un programma per deportare in un Paese terzo i richiedenti asilo, sul modello, ma non identico, di quanto varato in Gran Bretagna, dove lo schema per il trasferimento di 140 milioni di sterline l’anno al Ruanda per accogliere richiedenti asilo e gestire le loro pratiche è sospeso, in attesa di un parere della Corte suprema sulla sua legittimità, atteso per metà dicembre.Vienna si impegna inoltre a uno sforzo perché un programma simile sia adottato dall’Unione europea. Il ministro degli Interni austriaco Gerhard Karner ha firmato ieri con la controparte britannica, Suella Braverman, un “accordo sulle migrazioni e la sicurezza”, un patto per rafforzare la cooperazione sulla questione dei migranti. “La Gran Bretagna ha molta esperienza sul fronte di una futura gestione delle richieste di asilo fuori dall’Europa.
E’ stato un tema importante del mio incontro con la ministra degli Interni a Vienna perché l’Austria può trarre beneficio da questa esperienza.Continueremo a fare uno sforzo coerente perché la Commissione europea porti avanti e autorizzi tali procedure fuori dall’Europa”, ha dichiarato Karner.
Il Cancelliere Karl Nehammer, che il prossimo anno dovrà affrontare le elezioni, lo scorso settembre aveva anticipato la possibilità di trasferire il sistema di gestione delle richieste di asilo in un Paese terzo per garantire che i respinti “non saranno più in grado di nascondersi nell’Unione Europa o presentino contemporaneamente richieste di asilo in diversi Paesi europei”. “L’Austria è uno stretto alleato nel perseguire le migrazioni illegali e abbiamo già iniziato a condividere conoscenza sulle nostre azioni e strategie, come le rimozioni verso Paesi terzi.Questa dichiarazione comune è un impegno a lavorare insieme a più stretto contatto per arrivare ai nostri obiettivi e rafforzare la cooperazione su una vasta gamma di sfide alla nostra sicurezza”, ha dichiarato, a sua volta, Braverman da Vienna. L’Austria si impegnerebbe ad accogliere i migranti deportati in un Paese terzo, nel caso in cui la loro richiesta di asilo fosse nel frattempo accettata, contrariamente a quanto previsto dal programma britannico, secondo cui i rifugiati dovrebbero comunque continuare a risiedere in Ruanda, una volta accolta la loro richiesta. Coloro a cui la richiesta venisse respinta, per i programmi di entrambi i Paesi, sarebbero invece costretti a tornare nel loro Paese di origine.
L’unica eccezione prevista da Londra per il biglietto di sola andata per il Ruanda per i richiedenti asilo è che questi riescano a dimostrare il rischio di “pericoli gravi e irreversibili”. Il governo del Premier Rishi Sunak preme perché siano respinti, anche in Europa, gli accordi internazionali sulla richiesta di asilo, inclusa la Convenzione sui rifugiati e la Carta europea dei diritti dell’uomo.E l’Austria potrebbe operare in questo senso dall’interno dell’Ue. Nel caso in cui la Corte suprema britannica dia il via libera al programma Ruanda, liquidando il pericolo che i richiedenti asilo deportati possano, dal Ruanda, essere nuovamente deportati al loro Paese di origine, il primo volo con migranti deportati è previsto per febbraio.
In caso contrario, Sunak potrebbe cedere alle pressioni di diversi deputati conservatori per far uscire la Gran Bretagna dalla Carta europea sui diritti dell’uomo. La Danimarca è l’unico altro Paese che ha in precedenza ,lo scorso anno e anche in questo caso in vista di elezioni, ipotizzato l’introduzione di un programma per il trasferimento forzato dei richiedenti asilo al Ruanda.Ma del programma non si è più parlato dopo il voto dello scorso novembre. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)