Il Comando provinciale di Messina e il Reparto operativo aeronavale di Palermo, hanno sequestrato un’area di circa 12 mila metri quadrati.
Sequestrata una maxi discarica abusiva a Messina ed eseguite nella notte numerose perquisizioni. Per gli Inquirenti è stata “gravemente modificata la morfologia del territorio, con conseguenti pericoli di dissesto idrogeologico”.
L’operazione è stata condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Messina e del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo, nell’ambito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Messina diretta da Maurizio de Lucia, che stanno procedendo al sequestro preventivo, disposto dall’Ufficio Gip del Tribunale messinese, di un’area di circa 12 mila metri quadri, sita a Messina, in Contrada San Corrado del Rione Gravitelli, trasformata in discarica abusiva a cielo aperto.
Le investigazioni sono state rivolte nei confronti delle ditte e società, anche registrate come onlus, riconducibili ai congiunti M.D. di 55 anni e M.G. di 32 anni, operanti nel settore del movimento terra.
Proprio vicino al torrente “Portalegni” e all’eremo cinquecentesco che domina la vista del centro cittadino, in un’ampia area venivano smaltiti illegalmente una quantità smisurata di materiali di risulta derivanti da attività edili e di sbancamento. Si tratta dei rifiuti speciali prodotti da numerose imprese impegnate nella costruzione o ristrutturazione di complessi residenziali, centri commerciali, cliniche private e centri benessere.
“I due principali indagati, con il supporto di terzi fiancheggiatori, pure indagati, hanno illecitamente sversato una quantità smisurata di rifiuti speciali, costituita da materiali di risulta derivanti da attività edili e di sbancamento, in una estesa area privata, sprovvista di qualsivoglia tipologia di autorizzazione” spiega la Guardia di Finanza.
Tra le opere edili anche quelle di riqualificazione del territorio, come la demolizione di baracche. C’era di tutto nella discarica: cemento, ceramiche, plastica, vetroresina, gesso, tubazioni, asfalto, polistirolo, pneumatici, e sanitari. Una massa tale di rifiuti, hanno scoperto gli investigatori, che ha perfino provocato la scomparsa di un intero strato montuoso, fino a 5 anni fa coperto da una fitta vegetazione. Gli accertamenti disposti dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina avrebbero accertato la vicinanza degli indagati a strutturate organizzazioni criminali di matrice mafiosa.
a href="https://vivicentro.it/author/sebaddu/">Adduso Sebastiano
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