Come un fulmine a ciel sereno, così è stata accolta la notizia dell’infortunio accorso ad Osimhen durante il match giocato con la sua Nigeria nelle qualificazioni alla Coppa D’Africa. Rabbia mista a frustrazione, le sensazioni più ricorrenti tra i supporter azzurri. Ma non è l’unico stop che i club ereditano dalle Nazionali. Una prova in più per chi sostiene che questa sosta ha davvero poco senso in un periodo così particolare come quello che stiamo vivendo, nel quale ci sono tanti impegni ravvicinati e i club non possono perdere tasselli fondamentali per strada.
Il Napoli si interroga sul sostituto dell’ex Lille che scenderà in campo già domenica sera contro il Milan. Il ballottaggio coinvolge il veterano Dries Mertens e il neo acquisto Andrea Petagna. Due storie per certi versi simili. Entrambi sono arrivati a Napoli, in epoche diverse, da comprimari e non da titolari indiscutibili.
Punti Chiave Articolo
Mertens e la nuova vita da “numero 9”
L’intuizione di Sarri fu una semplice casualità: “Milik era infortunato e Gabbiadini squalificato”, ma ha svoltato la carriera di un calciatore che non aveva avuto particolari picchi e di lì anche la storia recente del Napoli. Ha avuto la fortuna e la bravura di posizionarsi al primo posto nella speciale classifica dei migliori marcatori di tutti i tempi. Mertens ed il Napoli una bella storia d’amore che non mostra alcuna crepa, anche se il tempo continua a passare.
La nuova avventura di Petagna
L’avventura di Petagna all’ombra del Vesuvio è appena all’inizio e, in alcuni momenti, sembrava potesse non iniziare mai. Sì, perché è stato prelevato dal Napoli lo scorso gennaio dalla Spal e lasciato in prestito a Ferrara con l’arduo compito di provare a salvare gli Estensi. In estate alcune voci di mercato si rincorrevano sulla possibilità che venisse impiegato come pedina di scambio per arrivare a qualche altro calciatore. Una situazione che probabilmente ha turbato Andrea che, dopo tante esperienze tra Serie B e A, ha raggiunto la consacrazione e torna al passato. Riabbraccia un top team dopo essere cresciuto nelle giovanili del Milan e aver vestito la maglia rossonera in sole 5 occasioni tra il 2012 e il 2014, riuscendo ad esordire anche in Champions League. Il percorso di inserimento però è stato rallentato dalla positività al Covid-19, riscontrata durante la scorsa estate, che lo ha costretto a saltare la preparazione nel ritiro estivo di Castel di Sangro.
La rivalità
Due storie diverse che adesso si scontrano. Una rivalità che decreterà chi potrà prendere il posto di Osimhen. Molto dipende anche dal sistema tattico che intenderà proporre mister Gattuso.
Ritornare sui propri passi con il 4-3-3 o continuare per la propria strada con il 4-2-3-1? Questo è il dilemma al quale Gattuso cerca di trovare una soluzione. Forse la prova decisiva sarà anche la disponibilità della diga di centrocampo che permette al Napoli di supportare e coprire l’azione di ben quattro giocatori offensivi. Parliamo di Bakayoko che nei giorni scorsi ha accusato una leggera febbre, niente di preoccupante perché i tamponi ai quali si sono sottoposti gli azzurri sono risultati tutti negativi.
Le possibili soluzioni
Il nuovo 4-2-3-1 sta portando ottime prestazioni e buoni risultati ai partenopei. Uno schema che permette di sfoggiare tutta la potenza offensiva senza concedere più di tanto in difesa. Ma il calciatore che più sembra risentire è proprio Mertens che ha abbassato il proprio raggio d’azione, finendo per agire dietro la punta. Una posizione particolare che necessita di un’elevata conoscenza del gioco del calcio che al numero 14 di certo non manca. Ciò nonostante è il più in ombra. Quindi, se il tecnico calabrese, dovesse propendere per il ritorno al 4-3-3 potrebbe avere qualche chance in più, anche se non è da accantonare la possibilità di vedere Mertens trequartista dietro l’attaccante ex Primavera del Milan.
Dall’altra parte potrebbe essere la prima vera opportunità per Petagna di mettersi in luce partendo dall’inizio. Lui ha dimostrato negli anni di non essere legato in modo particolare a nessun modulo. Un percorso di crescita nel quale c’è lo zampino di Gasperini ai tempi dell’Atalanta, dove non segnava tantissimo (11 reti in 75 presenze) ma era decisivo per l’intero impianto di gioco della Dea. Poi alla Spal è diventato il leader tecnico ed il finalizzatore più prolifico, non riuscendo però a scongiurare la retrocessione in Serie B. Con la maglia azzurra ha già trovato il primo centro risultato decisivo per la conquista dei tre punti nella sfida esterna con il Benevento.
Gattuso ha ancora 76 ore per decidere su chi puntare. Preferire la classe e l’estro del belga o la potenza fisica e l’istinto del gol del Bulldozer triestino?
Credit foto: Sito ufficiale SSC Napoli
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