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Castellammare di Stabia

Mertens, il folletto di scorta che sogna in grande e regala emozioni

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Il folletto di scorta

Ancora lui, sempre lui. Si deve avere un talento particolare per riuscire a subentrare dalla panchina e cambiare la partita; lui ce l’ha, e non vede l’ora di metterlo in mostra. Stiamo parlando ovviamente del fantasista belga, il biondino dal viso illuminato, Dries Mertens.

Un posto nel mondo, il belga pare averlo trovato. Alle pendici del Vesuvio, il folletto di scorta, come qualcuno l’ha soprannominato, è ormai un beniamino. Se non vive le partite da protagonista, dall’inizio, riesce comunque a lasciare il segno, con la sua danza ritmica che manda fuori giri i difensori avversari. Il talento arrivato da Lovanio, cuore fiammingo, riesce a ubriacare con la sua tecnica anche i più scafati difensori del nostro campionato. Ieri è riuscito a raddrizzare, praticamente da solo, nel giro di tre minuti, una partita nata storta.

L’ostico campo di Pescara è stato il palcoscenico perfetto per esibire le sue doti. Proprio quando serve dare una scossa, si esalta, caricandosi sulle spalle la squadra partenopea. Così ha fatto domenica sera, consapevole che era il momento di fare ciò in cui è maestro: lasciare il segno, magari due volte. Prima ha sfoggiato il pezzo forte della casa, tiro a giro dopo essersi liberato del marcatore; poi di rapina, ha mostrato che sullo svarione difensivo è fondamentale farsi trovare pronto.

N

essuno si lasci però ingannare dal suo volto sorridente, dalla sua faccia da bravo ragazzo. Ne sa qualcosa il destinatario dell’occhiata ferma, espressiva più di cento conferenze stampa, rivolta forse alla panchina in occasione del primo gol. È il volto di chi sa di avere doti da esprimere, di chi si sente alla pari con tutti, pure in un ambiente competitivo come quello del Napoli. Sempre a disposizione, rispettoso dei ruoli e delle gerarchie, aspetta sornione il suo momento per lasciare il segno. Qualche volta, come a Pescara, la  soddisfazione è doppia!

Vita dura per chi non crede alle favole, quando c’è in giro un folletto così…

a cura di Fabiano Malacario

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