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Maurizio Sarri: le parole post-Bergamo, resa o sprone?

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Maurizio Sarri: le parole post-Bergamo, resa o sprone?
Ci risiamo, le piccole che diventano grandi. Avrà pensato questo Maurizio Sarri, mentre si avviava verso la conferenza stampa dopo la disfatta di Bergamo. E adesso dovrò spiegare a tutti questi soloni del calcio perché i nuovi non esordiscono dall’inizio, perché Gabbiadini non è tagliato per assistere una prima punta di peso, e cosa sta mangiando Hisaj per non riuscire a inseguire quel furetto del Papu Gomez. Mettendo da parte per una volta la sua spontaneità, Sarri ha deciso di partire dal campo: ha proposto un’analisi lucida e puntuale della partita, rendendo merito agli avversari, come lo sport dovrebbe insegnare a fare soprattutto quando si perde.
Soffermandosi però anche sui limiti del Napoli, su quei punti interrogativi e sulle amnesie che una squadra che affronta tre competizioni non si può permettere. Il cambio in difesa con Maksimovic, anticipato già in coppa, era annunciato ed obbligato, e tutto sommato possiamo dire che il serbo, gran fisico e velocità, sembra dare ottime garanzie, anche per il futuro. Buona l’intesa con il compagno di reparto, il granitico Koulibaly.
A centrocampo, già i rumors della vigilia parlavano di una tentazione di infilare qualche nuovo innesto, leggi Diawara e Rog, per far rifiatare i titolari. Se non li provi in questa occasione, dopo una roboante vittoria in coppa, che ha però anche sottratto notevoli energie fisiche e mentali, quando? E invece, Sarri ha preferito l’usato garantito, tenendo fuori il solo Allan, forse quello che più soffre dopo le lunghe cavalcate. Ci sta, ma le imprecisioni di Jorginho, legate anche alla furia dei centrocampisti atalantini, ha purtroppo reso impossibili le trame che ben conosciamo.
A chi fa notare a Sarri che non sempre i campioni si ambientano subito in italia, tirando fuori sempre l’esempio Platini, rispondiamo dicendo che in primis Platini mentre si ambientava, giocava ogni partita; inoltre, il campione di Marsiglia si era trovato nel mezzo di una rivoluzione calcistica, a livello di posizionamento del “dieci”, e in una compagine, la Juve di quegli anni, in totale e profonda riprogrammazione. E visto che siamo in argomento, andiamo alla dichiarazione chiave di Sarri, quella che ha scosso un po’ gli animi di tutti gli appassionati partenopei: la Juventus di quest’anno è di un altro livello rispetto a tutti gli altri. Detta così, sembra quasi che il mister si sia arreso, in ottobre! Molti a gridare che solo un mediocre si arrende quando mancano cento punti e più in palio.
Al di là se questa sia la verità o meno, forse chi è pervaso di lucida follia, avrà percepito una ventata di ambizione in quella frase; un professionista, sentendo queste affermazioni, magari si sarà chiesto in cuor suo se non sia il caso di dare l’anima, e cominciare a farlo da quei campi di provincia che per il Napoli di De Laurentiis sono sempre stato l’ostacolo maggiore. Tutti ricordiamo le vittorie prestigiose contro le grandi del nostro calcio, un po’ tutte sono state sorprese dalla foga degli azzurri. Sarri però ha voluto lanciare un messaggio ai suoi ragazzi: non serve a molto ben figurare contro le corazzate, se poi perdiamo punti per la strada contro le piccole, e il salto di qualità va fatto prendendo esempio dalla rabbia di chi da anni straccia il campionato. Diversamente, saremo costretti a guardare gli altri allontanarsi sempre più velocemente, e vederli esultare a maggio (se non con mesi di anticipo). Impegnarsi al massimo adesso, per non rimpiangere dopo. Il motto sarà: se non ora, quando?
a cura di Fabiano Malacario
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