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l Presidente Mattarella, da un anno a questa parte, non perde occasione per annunciare e sottolineare la sua indisponibilità ad un bis del suo mandato al Colle.
È da un anno che il Presidente lo predica ogni qualvolta le circostanze gliene danno occasione. Nel messaggio di fine anno 2020 o parlando agli alunni di una scuola. Ma anche in occasione di celebrazioni ufficiali di suoi illustri predecessori alla presidenza della Repubblica.
A Mattarella è toccato di commemorare i presidenti Antonio Segni e Giovanni Leone. Ebbene, entrambi avevano espresso ufficialmente l’opinione di modificare l’art. 88 della Costituzione.
È questo l’articolo che disciplina il delicatissimo potere presidenziale di scioglimento delle Camere (o di una sola di esse). I Padri Costituenti, provenendo da vent’anni di dittatura fascista, erano molto restii a concedere troppo potere alla figura del presidente. Cercando di contrapporre contrappesi di bilanciamento dei vari poteri.
Venne escogitato il rimedio di annullare il potere di scioglimento negli ultimi sei mesi del mandato presidenziale. Giornalisticamente conosciuto come “semestre bianco”, durante il quale il Presidente non può più influenzare la vita del Parlamento ed i parlamentari, di regola, si scatenano in scorribande di partigianeria partitica senza remore alcune.
L’intento dei costituenti era di evitare che il Presidente nell’ultimo anno del suo mandato potesse brigare con le forze politiche per una sua eventuale rielezione.
La riforma costituzionale auspicata prevedrebbe la modifica dell’art. 85, sancendo la norma di un solo mandato settennale, non rinnovabile e l’abolizione del 2° comma dell’art 88, riguardante il semestre bianco, che verrebbe così a non aver più ragione di esistere.
Una simile auspicata riforma del nostro ordinamento costituzionale significherebbe sgombrare il campo da ogni sospetto sull’operato del Presidente, che è pacifico non possa essere più rieletto. E metterebbe le forze politiche di fronte alle loro responsabilità di fronte agli elettori.
Non sarebbe più possibile andare dal Presidente con il cappello in mano e pregarlo di rimanere ancora in carica, perché lor signori non riescono a trovare l’accordo.
Il Presidente deve essere trovato e che sia una figura la più rappresentativa possibile del sentimento nazionale. E se occorre fare più votazioni non è necessario gridare allo scandalo.
Tutti abbiamo contezza del meccanismo di un’altra elezione che periodicamente si svolge nella città eterna al momento di eleggere il papa, nientemeno.
Il collegio cardinalizio, pur avendo un mese abbondante per discutere, prima di riunirsi in conclave per l’inizio delle votazioni, tante volte impiega qualche giorno per arrivare alla fumata bianca. E tutti sappiamo che si fanno quattro votazioni al giorno. Due il mattino e due nel pomeriggio. E se il papa non esce, l’indomani si ricomincia.
E nessuno fa tragedie o grida alla scandolo. Anzi i cattolici pregano per il nuovo papa. Anche i cittadini di uno stato devono accettare che la democrazia ha i suoi tempi e le sue modalità operative.
Importante eleggere un Presidente degno di questo alto mandato.
Mattarella non è disposto al bis del suo mandato presidenziale // Carmelo TOSCANO/ Redazione Lombardia
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