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Massoneria e mafia, operazione dei Carabinieri di Agrigento tra Licata e Palermo

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Infiltrazioni mafiose nell’imprenditoria, coinvolto funzionario regionale e venerabili maestri della massoneria di due distinte logge.

I Carabinieri del Ros (Raggruppamento Operativo Speciale) e del Comando provinciale di Agrigento hanno eseguito un provvedimento di fermo, emesso dalla Dda di Palermo, nei confronti di sette persone indagate per associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa. Al centro delle indagini dei Carabinieri c’è la famiglia mafiosa di Licata in provincia di Agrigento, di cui sono stati delineati gli assetti e le gerarchie.

Il clan mafioso di Licata poteva contare su un insospettabile funzionario regionale che era “maestro venerabile” di una loggia. E pure il figlio dell’ultimo capomafia dell’Agrigentino era “maestro venerabile”.

Sono sette le persone arrestate questa notte a seguito di un provvedimento di fermo disposto dal Procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai Sostituti Claudio Camilleri, Calogero Ferrara e Alessia Sinatra.

Al centro dell’indagine, il funzionario regionale in servizio a Palermo, che è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Le intercettazioni raccontano che avrebbe messo a disposizione della cosca di Licata la sua rete di conoscenze, nella Pubblica Amministrazione e nelle logge, per consentire ai mafiosi agrigentini di portare a termine i propri affari in vari settori. E si vantava pure di questi contatti criminali.

L’opinione.

Continua ad esserci una grande voglia di mafia tra i colletti bianchi siciliani nonché brama di corruzione. Il sistema pubblico-politico siciliano e in generale quello meridionale e italiano è annosamente contagiato nella mente dalla mafiosità, ipocrisia, arroganza, senso di impunità, disfacimento interiore, sofismi elusivi, competenze deviate, assenza di deontologia, putridume giuridico, burocratico, intellettuale e mediatico. Pur nonostante, molta gente continua a votare la trasversale collettrice umana che politicamente mantiene inalterato questo sistema, anzi di tutta evidenza lo alimenta pure. Ma siamo in democrazia e chi vince governa, pure se è la mafia. A poco possono quei Magistrati e Forze dell’Ordine intellettualmente onesti e indipendenti. D’altronde la Storia di questi ultimi trent’anni lo dimostra. Non è cambiato risaputamente pressoché niente nella sostanza. Semplicemente prima i tanti mafiosi e rispettivi picciotti, codazzi, squillo e profittatori vari, erano principalmente rozzi, adesso invece sono anche imbellettati, tecnici, professionisti e laureati. Ma sempre una fogna restano dentro e fuori (uomini e donne) e solo chi non può o non vuole vedere, per opportunismo o paura, non sente il lezzo interiore che emanano, anche dallo scranno più alto all’ultimo sgabello.

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