Alla manifestazione della Lega due testimonianze importati di povertà, gli italiani dicono basta alle misure pro-migranti. La Lega si mobilita, il 30 manifestazione a Castellammare.
Alla manifestazione di Noi con Salvini, così denominato il movimento capitanato dal leader Matteo Salvini, che adesso però è diventato semplicemente Lega, tenutasi il 23 dicembre a piazza Aubry a Gragnano non c’erano soltanto le rappresentanze politiche a far sentire la propria voce contro il protocollo Minniti ma anche persone del popolo, molto più semplici, cioè coloro che con rabbia hanno detto “NON CI STO” dopo aver perso una casa o essere in procinto di sfratto. Tra questi c’è Aldo, nome di fantasia, che ha ricevuto una casa popolare 20 anni fa, insieme alla sua famiglia numerosa, nonché riconosciuto invalido civile; lo si vede dalla mano mutilata e la perdita di un occhio. Nel corso degli anni Aldo, ci racconta, ha anche subito due interventi d’urgenza per due gravissimi infarti. Impossibilitato a lavorare, Aldo è stato costretto ad abbandonare la casa, lo Stato ha provveduto allo sfratto cambiando la serratura del luogo in cui ha trascorso una vita insieme ai suoi cari. Da invalido civile prende 540 euro al mese, ma ci racconta che solo l’affitto ammonta a 400 euro al mese. Impossibile per lui poter portare avanti una vita dignitosa con 100 euro, provvedendo anche al sostentamento di tutti i componenti. Tra loro poi c’è anche Giovanni, altro nome di fantasia, un uomo di 63 anni senza reddito, disoccupato, attualmente senza una casa che ci dice:” Io non so dove andare“. Giovanni ha una famiglia con tre figli a carico; ci racconta che una delle sue figlie ha due bambini e sembra impossibile mantenere tutti senza avere uno stipendio, ma lo stato ha deciso di non agevolarlo per la difficile situazione, piuttosto di sfrattarlo. Tanta è la rabbia che si legge negli occhi dei due anziani, inferociti per le ultime disposizioni previste dal governo e dai comuni che hanno aderito all’iniziativa che prevede l’inserimento di un numero variabile d’immigrati all’interno di siti archeologici. Questi due semplici italiani raccontano di sentir violanti i propri diritti da cittadini, di dover andare a dormire sotto i ponti, di non riconoscersi nell’Italia che li sta rappresentando e per questo hanno deciso di scendere in piazza con la forza politica di Salvini. Non è la prima protesta della Lega quella a Gragnano, dopo la decisione presa dal Ministro Minniti; come ci spiegano i coordinatori seguiranno altri interventi, come quello del 30 dicembre a Castellammare, dove il coordinatore Giovanni Tito ha intenzione di chiedere delucidazioni al sindaco su quali saranno i lavori che vuole far svolgere ai migranti, più di 250 per la città delle acque , inoltre alla loro ubicazione. In merito alla delicata situazione che interessa il protocollo, la Lega si propone d’invitare a potenziare i fondi delle politiche sociali comunali per le famiglie italiane ed avviare percorsi formativi e specializzanti anche per i giovani italiani che si laureano all’interno della struttura della casa comunale, nonché all’interno di strutture pubbliche, perché ad oggi, ciò che anche lamenta la Lega, è la mancata formazione di questi 9.000 migranti da disporre sul territorio campano. Si aspettano risposte concrete per tutti, anche per Aldo e Giovanni che non hanno ancora perso la speranza di credere nel proprio paese; in tal proposito sembra calzare a pennello la citazione di una canzone, intitolata “Per questo paese” di Emma: “L’amore per il mio paese è più forte di tutte le offese“. Giovanni ed Aldo credono ancora nella loro Italia, più forte di tutte le offese.
a cura di Annalibera Di Martino
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