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Castellammare di Stabia

Mafia, sciolto il Consiglio comunale di Tortorici (ME)

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Deciso dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell’interno. Prorogato di sei mesi lo scioglimento per mafia di Torretta (PA).

Sciolto per mafia il Comune di Tortorici, in provincia di Messina. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, tenuto conto che, all’esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Tortorici (ME), a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), affidandone la gestione a una Commissione straordinaria per un periodo di diciotto mesi.

Ci eravamo in precedenza occupati di un’inchiesta sul Comune di Tortorici “15 Gennaio 2020 Arrestati mafiosi, funzionari regionali, sindaco e notaio. Percepivano illecitamente contributi europei (video) … Messina, Nebrodi: 94 arrestati, cui 48 in carcere e 46 ai domiciliari, sequestrate 151 imprese, conti correnti e rapporti finanziari. Truffa da 10 milioni”.

Di seguito il 24 gennaio 2020 il Gip di Messina aveva revocato gli arresti domiciliari al sindaco di Tortorici Emanuele Galati Sardo, arrestato nel blitz contro la mafia dei Nebrodi del precedente 15 gennaio che aveva fatto emergere il business delle truffe agricole.

Il sindaco di Tortorici aveva risposto a tutte le domande del Gip, precisando il suo ruolo nell’espletamento delle pratiche nel Centro di Assistenza Agricola Liberi Professionisti e come ha operato nell’inserimento delle domande di contribuzione agricola. Al termine del confronto, i difensori del sindaco avevano chiesto al giudice la libertà, concessa dal Giudice per le Indagini preliminari.

Di recente si è appreso che il 19 novembre corrente anno, nel maxiprocesso “Nebrodi” sulle truffe agricole dei clan tortoriciani – in dei verbali inediti depositati dal sostituto della Dda, Francesco Massara uno dei Magistrati dell’Accusa – dei pentiti, Giuseppe Marino Gammazza e Carmelo Barbagiovanni, in particolare quest’ultimo, sul finire di un’udienza, avrebbe dichiarato che le organizzazioni mafiose tortoriciane avevano dato nelle varie campagne elettorali un sostegno, con il coinvolgimento del sindaco di Tortorici che è anche tra gli imputati del maxiprocesso.

«Prima del mio arresto, ho appreso che, per queste elezioni, Bontempo Sebastiano detto biondino, Bontempo Sebastiano detto uappo e Galati Giordano Vincenzo detto lupin, avrebbero sostenuto politicamente il candidato sindaco Emanuele, di cui in questo momento non mi sovviene il cognome. Tutti e tre i soggetti che ho menzionato mi dissero che si stavano interessando per procurare voti a favore di Emanuele, la cui moglie è sorella dell’uomo che ha sposato la sorella del biondino» avrebbe detto il Barbagiovanni che conclude «In occasione di un incontro che ebbi con Emanuele, nel suo, ufficio intorno al mese di novembre del 2018, lui stesso mi chiese di procurargli i voti per le elezioni alle quali era interessato».

Intanto, sempre nella stessa seduta, il Consiglio dei Ministri, in considerazione della necessità di completare l’azione di ripristino dei principi di legalità all’interno dell’amministrazione comunale, ha deliberato la proroga, per sei mesi, dello scioglimento del Consiglio comunale di Torretta (Pa), già sciolto per accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

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ell’immagine di copertina il blitz di Carabinieri e Guardia di Finanza che sgominò la mafia dei “Nebrodi”. L’immagine accanto è quella di Palazzo Chigi sede del Consiglio dei Ministri.

Adduso Sebastiano

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