Re Roger sconfigge l’acerrimo rivale, Rafa Nadal, 7-6 1-6 6-3 6-4 con una prestazione magistrale. Approda per la 12esima volta in finale ai “Championships” dove lo attende Nole Djokovic
di Francesco Caia
Wimbledon NEWS- Sempre lui! Dal 2003 – prima vittoria a Wimbledon – gli hanno consegnato le chiavi del sacro giardino di cui è diventato il custode assoluto, a tempo pieno. Si impegna a tenere lontano dalla sua proprietà le pericolose minacce che incombono e prima di passare all’azione, avverte tutti: “Keep off the (my) grass” (lontano dalla mia erba). In tanti cercano, invano, la chiave per accedere al passaggio segreto che conduce alla gloria, ma lui l’ha nascosta nel labirinto del Centre Court. Ieri, il toro spagnolo ha perso la dritta via perché al momento del duello, il padrone dell’affascinante giardino londinese, ha tirato fuori gli artigli da vero combattente. L’ha, peraltro, stordito con moltissimi colpi sopraffini sferrati. Adesso si fa sotto il coccodrillo – seguendo il suo sponsor la “Lacoste” – carino e garbato come un gentleman, Nole Djokovic, ma poi in campo si trasforma e diventa micidiale.
LA SEMIFINALE
Standing ovation finale per due campioni che hanno saputo rinnovare lo spettacolo. Sua Maestà, determinato e concentrato, è riuscito a giocare un tennis per certi tratti fiabesco e ha dimostrato che l’età non è l’unico fattore discriminante. La corsa e la precisione con cui giungeva sulle palle è impressionante, ma è anche sorprendente la propria resistenza negli scambi prolungati – consueto pane per i denti di Nadal – addirittura ottenuti nella maggior parte dei casi. Infatti è emblematico un rovescio in corsa incrociato, mozzafiato sul 4-2 nel quarto. Lo svizzero è solido al servizio e rasenta la perfezione a rete mostrando volée idilliache. Non avrà la freschezza e le energie di 10 anni fa, ma interpreta i match con razionalità: dopo aver messo in cassaforte il primo set, e aver assodato l’ormai sconfitta del secondo, gestisce la fine di questo parziale per rifiatare. Disputa un fenomenale terzo e quattro set, mentre il maiorchino cala di rendimento e le giocate affievoliscono: “La sua risposta è stata migliore della mia– ha affermato il numero 2 del mondo– Anche il rovescio non ha funzionato come in altre occasioni. Ero troppo occupato del mio backhand per essere libero di spingere con il dritto”, ha aggiunto il campione che solo verso il calar dell’incontro sfodera qualche altra perla. “Sono esausto, Rafa ha giocato dei colpi incredibili, è stata davvero dura, con lui sono sempre battaglie speciali”, queste le impressioni di Federer dopo che si è visto annullare 5 match point e si è trovato a salvare un palla break sul 5-4 del quarto. “Ho vinto la partita portando a casa i punti più importanti, sono riuscito anche a vincere gli scambi lunghi. È stato un piacere giocare oggi”. Tanti onori e meriti al fuoriclasse elvetico, diamo a Cesare ciò che è di Cesare.
LA FINALE
I NUMERI- 8 titoli. 11 finali. 101 partite vinte. Federer si presenta così alla sua 12esima finale di Wimbledon e la terza a Londra contro Novak Djokovic, che ha liquidato in quattro set Bautista Agut. Il bilancio con il serbo è negativo, quest’ultimo ha vinto sia nel 2014 che nel 2015 nell’ultimo atto del torneo. Anche la statistica dei confronti diretti non sorride allo svizzero: 25-22 in favore di Nole che non perde un match con il rivale dalle Finals del 2015. “Novak ha giocato alla grande in semifinale – conclude l’8° vincitore dei Championships- È il campione uscente , è solidissimo e non è numero uno per caso, ma spero di riuscire di portarlo al limite. Sarà un altro match particolare, come quello con Rafa”.
M
a se Roger persiste nel mantenere questo livello di gioco, potrebbe davvero insidiare il ribattitore numero 1 del ranking anche a quasi 38 anni, perché volere è potere.
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