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M5s, Pizzarotti: “Sospensione nulla. Ripartiamo con regole chiare”. Ma non convince i vertici

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l sindaco di Parma Federico Pizzarotti: “Nessun regolamento ne parla. Servono regole più chiare, comprese quelle del direttorio”. “Indagini? Ho ricevuto un solo avviso di garanzia”. Sul futuro: “Con la revoca sarò felicissimo di rimanere e far parte a pieno titolo del Movimento” mentre in caso di espulsione invoca attivisti

“La procedura di sospensione è regolata da un documento che non ha alcuna efficacia giuridica. A nostro avviso non è legittima e legittimata e per questo ci sentiamo pienamente titolati ad andare avanti”.

Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, “congelato” dal M5s per non aver comunicato ai vertici del Movimento di essere indagato nell’inchiesta della Procura di Parma sulle nomine alla guida del teatro Regio di Parna, ha inviato come promesso i documenti che spiegano le sue ragioni. Una tesi difensiva con la quale spera di essere riammesso.

“Se sarà revocata la mia sospensione – sottolinea – io sarò felicissimo di rimanere e far parte a pieno titolo del M5s”.

D’altra parte il provvedimento che lo ha riguardato è di “assoluta iniquità, nullità e illegittimità, così come l’infondatezza degli assunti in esso contenuti”; risulta come “espressione di un evidente caso di abuso del diritto e gli assunti in esso contenuti del tutto privi di fondamento”.

Tuttavia la difesa di Pizzarotti – che in conferenza non ha risparmiato forti critiche alla gestione del Direttorio – non avrebbe fatto cambiare idea ai vertici del Movimento e quindi la sua espulsione del resta sul tavolo, anche se restano incerti i tempi: la “sentenza” arriverà prima o dopo l’imminente voto amministrativo?

D’altra parte il provvedimento che lo ha riguardato è di “assoluta iniquità, nullità e illegittimità, così come l’infondatezza degli assunti in esso contenuti”; risulta come “espressione di un evidente caso di abuso del diritto e gli assunti in esso contenuti del tutto privi di fondamento”.

Tuttavia la difesa di Pizzarotti – che in conferenza non ha risparmiato forti critiche alla gestione del Direttorio – non avrebbe fatto cambiare idea ai vertici del Movimento e quindi la sua espulsione del resta sul tavolo, anche se restano incerti i tempi: la “sentenza” arriverà prima o dopo l’imminente voto amministrativo?

“Paradossale, nessuno si è fatto vivo” – “Non sono controdeduzioni ma risposte di cinque pagine a delle domande. Non abbiamo lasciato nulla al caso. Può essere una occasione per ripartire. Paradossale ma nessuno mi ha chiamato in questi dieci giorni, cosa che sarebbe stata corretta e doverosa. Allora queste risposte vanno soprattutto ai cittadini e a gli attivisti”.

Il primo cittadino interviene nel corso di una conferenza convocata prima nella sala di rappresentanza del municipio e poi traslocata all’ultimo minuto nella sala stampa del Comune (sull’ultilizzo della sede istituzionale per affrontare vicende interne al M5s ci sono state critiche).

“Il non statuto è l’unico documento riconosciuto come regolamento, non si parla di sospensione ma di requisiti che noi abbiamo saldamente rispettato, tutti. Non si è violato nessuno di questi principi. Poi c’è un regolamento, non votato da assemblea” ed è dunque “come non esistesse, non ha validità, e quel che viene regolato in quel documento non è stato comunque violato”.  Lo stesso – aggiunge – vale per il regolamento della Camera e Senato, anch’esso preso in esame per formulare le controdeduzioni.

Per quanto riguarda l’avviso di garanzia (“l’unico ricevuto finora”) abbiamo “tutelato i diritti costituzionali degli indagati” e colloquiato con la magistratura per chiarire la nostra posizione” nell’indagine. “Nessuno ha sottaciuto l’avviso di garanzia che era un atto dovuto”.

Differenze con Nogarin – “Sono stato l’unico a pubblicare l’avviso di garanzia, Nogarin non lo ha ancora fatto. Lo stesso con il collega Fucci: tre sindaci tre metodi diversi applicati. L’epilogo dell’indagine sarà l’archiviazione”. E ribadisce la mancanza da parte del Direttorio di “ascolto e di confronto, no c’è stata una difesa comune del M5s che viene attaccato da tutte le parti. A pochi giorni dal voto è partita una inquisizione nei miei confronti da parte ancora non si sa da chi. Questo invece di tendere una mano…”.

“Serve chiarire, rifondare, ritrovare la modalità con cui applicare le regole che devono essere uguali per tutti. Non possiamo essere quelli che dicono agli altri di rispettare le regole e essere i primi che non le hanno chiare”.

Fa l’esempio delle presenze in tv: “All’inizio non dovevamo andare ora ci siamo sempre eppure nessuno ha cambiato le regole che ci eravamo dati. Dunque ci deve essere la volontà di correggere”.

Critiche al Direttorio – Altro esempio, “come può esse sostituito il Direttorio, quanto resta in carica? Non ci sono regole certe”. Ragion per cui “serve un contatto diretto tra gli eletti. Noi il telefono lo abbiamo usato, altri no…”.

Quindi Pizzarotti passa a difendere i risultati ottenuti alla guida di Parma, una città che “era a rischio di default nel 2012 e ora abbiamo quasi il 50% del debito estinto e tutta Italia ci invita a spiegare la nostra raccolta differenziata. Questo invece di essere utilizzato come prova di capacità amministrativa viene sottaciuta. Non ricordiamo di essere apparsi sul sito del blog e quando abbiamo organizzato una manifestazione sul decreto Sblocca Italia a Parma siamo stati criticati e oscurati” all’interno dello stesso movimento.

Da una parte, dunque, critica le inadempienze dei vertici (“Non saremo in lista a Ravenna perché è mancata chiarezza, questa è irresponsabilità”) dall’altra tende la mano per una ricomposizione. “Lo staff spesso non ha dato spiegazioni e motivazioni alla certificazione delle liste in molte città. Se vogliamo governare l’Italia occorre cambiare e ammettere gli errori, creando nuovi rapporti tra il centro e le periferie. Gli attivisti sono disorientati”.

Secondo il primo cittadino “c’è paura nell’esporsi e nel criticare, quando invece la possibilità di esprimersi deve essere data a tutti e non solo sul web. In molti mi esprimono vicinanza in privato perché in pubblico hanno paura di essere bollati come pizzarottiani. Allora o buttiamo tutto alle ortiche o ricuciamo ma con un punto di ripartenza. Saniamo il passato, facciamo chiarezza, diamo una immagine diversa di noi: facciamo vedere che siamo diversi nei fatti oppure possiamo, per motivi personali, non farlo vedere; io sono per la prima soluzione”.

“Renzi non mi chiama” – Sul futuro dell’Amministrazione di Parma: “Non mi chiama Renzi come forse ha detto qualcuno e non penso a liste civiche”. Nella sua memotia difensiva cita “un mio ipotetico accordo con il Pd. Ho smentito in ogni modo, ho scritto parole durissime verso Renzi e il suo governo, ho ricevuto l’esposto proprio dal Pd ma qualunque cosa faccia per dimostrare la mia buona fede c’è sempre qualcuno disposto ad alimentare dubbi sulla mia persona”.

Sferra un attacco alle minoranze in Consiglio comunale: “L’aula consiliare non è un tribunale, molti dell’opposizione muovono critiche pretestuose per avere visibilità mediatica” dice riferito a chi chiede martedì un suo intervento in aula. Non sono escluse – nel caso l’inchiesta finisca nel nulla – azioni legali di risarciemnto nei confronti del senatore Pd Giorgio Pagliari che ha avanzato l’esposto.

“Con espulsione mi aspetterei reazione degli attivisti” – E se nonostante tutto arrivasse l’espulsione? “Mi aspetterei reazioni di attivisti ed eletti ma alla fine l’ipotetica via legale sarebbe per far rispettare il diritto. Mai avuto la volontà di uscire dal M5s ma quel che è successo non può essere cancellato con un colpo di spugna, serve una riflessione. Tanti altri fatti in passato sono stati liquidati con troppa facilità”.

vivicentro.it/cronaca –  M5s, Pizzarotti: “Sospensione nulla. Ripartiamo con regole chiare”. Ma non convince i vertici FRANCESCO NANI


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