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Lozano “alla Callejon”, è il Chucky il sostituto dello spagnolo?

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a premessa da fare è dovuta per quello che Callejon ha rappresentato per il Napoli e per Napoli: lo spagnolo rientra tra i migliori calciatori passati per la piazza azzurra nell’era Adl e Lozano deve farne ancora di strada per essere paragonato a lui. Detto ciò, quest’ inizio di stagione sta dimostrando come sia fisiologico e necessario per tutte le squadre cominciare un nuovo ciclo, senza restare aggrappati al passato.

Cosa è stato Callejon per il Napoli?

349 presenze e 82 goal in 7 stagioni. I numeri parlano chiaro, forse meno di quanto fosse realmente determinante lo spagnolo per la formazione azzurra. Arrivato all’ombra del Vesuvio come scommessa di mercato di Benitez e destinato a rimanere nella storia della società partenopea. Benitez era convinto che l’ala spagnola sarebbe potuto arrivare a 20 goal nella sua stagione d’esordio e così fu. Callejon è stato l’insostituibile nello scacchiere azzurro di questi 7 anni, a prescindere dal modulo, dai compagni di squadra e dall’allenatore. Ampiamente l’azzurro più presente, nessun allenatore è riuscito a farne a meno. La sua presenza è stata una costante, ma forse proprio questa sicurezza stava privando il Napoli di vedere nascere nuove stelle in quel ruolo.

L’ingombranza di Callejon

Data la necessità di avere lo spagnolo sempre titolare su quella fascia, la società ha optato in questi anni di affiancargli un calciatore di livello nettamente inferiore o giovani dal futuro promettenti. Callejon è arrivato a Napoli all’età di 26 anni, nel pieno della sua carriera, e si è dimostrato da subito un marcatore freddo come pochi sotto porta, ma la caratteristica che l’ha sempre contraddistinto era il suo supporto in fase difensiva. Con il passare degli anni è stato vittima di una forte involuzione sotto porta e i numeri dei goal sono diminuiti continuamente.

Estate 2019  

La stagione 2019-2020 è l’ultima di Callejon a Napoli, il contratto è in scadenza nel 2020 e la società ha fatto un’ investimento importante per acquistare Lozano dal Psv per 42 milioni. Il messicano segna al debutto all’ Allianz Stadium: sembra essere l’inizio di una nuova epoca, con Callejon spettatore. Il continuo della stagione racconta una storia ben diversa: Lozano non riesce ad essere incisivo e continua a marcire in panchina, lo spagnolo riconquista facilmente la fascia destra azzurra. Il cambio di allenatore potrebbe rappresentare un’opportunità per il messicano, ma anche questa viene inizialmente sprecata. Gattuso non impiega mai Lozano, neanche a partita in corso. Il picco viene raggiunto quando il messicano viene allontanato dall’allenamento per scarso impegno. Sembra essere una frattura definitiva tra Gattuso e Lozano, ma il mister aveva idee molto chiare per la stagione successiva e il messicano rappresentava una pedina importante del nuovo scacchiere.

L’importanza di Gattuso nell’evoluzione di Lozano

Visto il flop della scorsa stagione sembrava scontata la partenza di Lozano, ma Gattuso non era dello stesso pensiero. Il mister voleva puntarci ed è per questo motivo che ha posto un veto sulla sua cessione nella sessione estiva di calciomercato. Lozano è subito titolare e diventa il nuovo proprietario della fascia destra, dopo il dominio spagnolo delle ultime 7 stagioni. Le prestazioni di questo inizio stagione danno ragione a Gattuso: il messicano è un calciatore nuovo. Sia chiaro, le qualità in fase offensiva di Lozano erano ben note e le aveva dimostrate nelle 2 stagioni in Olanda, ma era evidente come non riuscisse a sfruttare le sue qualità nel più tattico calcio italiano. Gattuso gli ha insegnato i movimenti da fare, quando puntare l’uomo e lasciarlo sul posto con i suoi scatti e quando invece ripiegare e conquistare falli. Il messicano ha ripagato la fiducia del mister con 6 goal e 1 assist in questo inizio di stagione.

Sarebbe stato lo stesso con Callejon in rosa?

La domanda che ci poniamo è quindi questa: Lozano avrebbe avuto questa evoluzione se Callejon avesse rinnovato? Sarebbe riuscito ugualmente ad essere così determinante e imprescindibile nel Napoli attuale? La cosa certa è che il messicano non può esser passato improvvisamente da flop a top, nel giro di pochi mesi. La certezza di avere un giocatore come Callejon su quella fascia obbligava i nuovi a dover provare di essere sempre perfetti nelle poche occasioni che avevano. L’errore non era ammesso e l’ombra dello spagnolo era una pressione insostenibile, anche per Lozano. La verità è che un giocatore deve avere le sue occasioni per dimostrare il proprio valore, deve avere l’opportunità di commettere errori per evitare di farne di nuovi. Tutto ciò era impossibile con Callejon e la sua partenza ha permesso questa esplosione del messicano. Che il “problema” possa ripresentarsi con la coppia Mertens-Osimhen? Chissà…


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