Il sorteggio Ema beffa Milano e l’Agenzia del Farmaco traslocherà da Londra all’Olanda, primo effetto concreto di Brexit sull’assetto delle agenzie comunitarie. Anche l’Agenzia bancaria viene assegnata con un sorteggio: vince Parigi su Francoforte.
L
a prossima volta per evitare la Grexit sarà meglio che Alexis Tsipras offra un dono alla dea bendata piuttosto che fare un referendum. Nell’Europa dei decimali e dei compiti a casa succede che l’assegnazione di due sedi di agenzie comunitarie importanti come l’Ema, quella del farmaco, e l’Eba, competente per le banche, non proprio due settori marginali, venga decisa per sorteggio. L’esito grottesco del d-day delle autorità comunitarie traslocate da Londra causa Brexit, per carità , regolamento alla mano, conferma il sospetto che l’Unione faccia di tutto per sembrare astrusa e lontana dalla realtà .
È vero, se avesse vinto Milano la corsa per l’Agenzia del farmaco, invece di Amsterdam, saremmo qui a parlare del volano di oltre un miliardo e 700 milioni di euro pronto a prendere la strada verso il Pirellone e il premier Paolo Gentiloni gioirebbe come Grosso al rigore in finale contro la Francia ai mondiali del 2006.
Ma il risultato, che ci vede preparati e perdenti – perché indubbiamente Milano è una delle città europee più all’avanguardia e con uno sguardo al futuro, lascia l’amaro in bocca e una domanda: possibile che si sia dovuto ricorrere al sorteggio? Esistono evidentemente il rispetto per le scelte degli altri paesi, la vigenza delle norme, le liturgie della politica comune, ma emerge anche lo sconcerto dell’uomo che nulla sa di Fiscal Compact e Six Pack: possibile che una cosa così importante come l’Agenzia del farmaco europea venga assegnata con sorteggio?
Una scelta del genere dimostra che alla condivisione e ai rituali comunitari dell’unanimità e dell’uno vale uno, ogni tanto andrebbe presa anche una decisione a Bruxelles. Col bussolotto e la monetina ormai non si decidono nemmeno le finali dei tornei di calcio dilettanti – l’ultima vera estrazione ci vide trionfare contro l’Urss agli europei di calcio nel ’68 in semifinale – figuriamoci una partita così delicata come l’Ema. Senza nulla togliere ovviamente ad Amsterdam, l’Europa conta se decide. Non se si affida alla roulette. Poi ci sono tante considerazioni da fare ma a mente fredda. Le alleanze sbagliate, il ruolo della Germania ancora priva di un governo ma sempre scettica nei nostri confronti, la nostra politica estera che spesso dimentica i paesi dell’Est, pur avendo avuto un ruolo (chissà che non abbia pesato) nel chiedere giustamente a Bruxelles il ripristino dei diritti in Polonia e Ungheria. Il fatto che forse tanto simpatici non siamo ai partner europei.
La rivincita sarà dimostrare che l’Italia e Milano hanno tutte le carte in regola per riformare l’Unione. Una magra soddisfazione, almeno oggi.
vivicentro.it/economia
vivicentro/L’Europa adotta una nuova startup per scelte importanti: Testa o Croce
huffingtonpost/Milano e Dublino perdono per sorteggio. L’Europa si tinge di grottesco/Roberto Sommella
Lascia un commento