Il giornalista di Sky Sport lancia la proposta per salvare il calcio minore
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’ex calciatore professionista, Lele Adani attuale commentatore ed opinionista di Sky, ha partorito una proposta concreta per aiutare il calcio dilettantistico in un momento di tale difficoltà come quello attuale. Nel corso di una diretta instagram con Christian Vieri e Nicola Ventola , l’ex calciatore di Inter e Brescia ha scelto di dedicare una parte della diretta all’altro calcio, non quello dei milioni e delle copertine in cui ogni aspetto viene amplificato, bensì quello dei Dilettanti, da cui “tutti noi siamo partiti e torneremo” come lui stesso ha dichiarato.
In un momento in cui si parlava di Diego Armando Maradona, Pelè, Lionel Messi ed ideologie calcistiche, come al Barcellona ed in futuro per la Juventus di Andrea Pirlo, il noto cultore del bel calcio, che privilegia la bellezza del gioco come input per arrivare alla vittoria (elementi non discordanti ma concilianti), ha esposto un pensiero che difficilmente parte da chi ha raggiunto il successo e dimentica il suo passato nel calcio fangoso della periferia. Ai toni divertenti e scherzosi aggiunge un momento di serietà che viene accolto da Vieri e da tutti gli utenti.
Spesso ci si dimentica che calciatori di Serie A sono calciatori come quelli di Serie D, Eccellenza, Promozione e le categorie minori. Di proporzioni diverse ma sempre calciatori. “Dobbiamo rispettare e dare un abbraccio al calcio dilettantistico. Perché l’anno scorso ‘i nostri colleghi’, perché tutti abbiamo iniziato da lì, erano 365.034 nelle varie categorie dilettantistiche mentre 680.531 erano i giovani delle scuole calcio o settori giovanili dilettantistici. Quindi, per la stagione 2019/2020 il totale di iscritti è stato di 1.045.565, oltre un milione di persone che fa parte di questo grande ed importante mondo“.
E qui parte l’idea: “L’unico modo per salvare il calcio dilettantistico è che i giocatori di Serie A vanno a tassare il loro stipendio del 5% e lo donano ‘con grande gioia’ al Mondo Dilettanti, perché nessuno lo aiuta. Facendo quel gesto, loro salvano sé stessi, perché tutti sono partiti da lì e tanti ci tornano. Quando il calcio a certi livelli finisce, molti tornano nel paese, facendo da esempio per gli altri, creando scuole calcio ed accademie, selezionando allenatori e svolgendo tanti altri ruoli. Se non sostieni il calcio che è territorio, finisce tutto“. E lui stesso ne è un esempio perché è partito da bambino nella Unione Sportiva Sammartinese e poi, dopo una carriera illuminata che l’ha condotto in Serie A ed in Nazionale, ha chiuso lì la sua storia col calcio giocato, tra il 2009 ed il 2011 in Seconda Categoria, nella sua San Martino in Rio, un piccolo comune di poco più di 8mila abitanti in provincia di Reggio Emilia.
Adani sottolinea un aspetto importante, appoggiato da Vieri che ascolta ed apprezza la proposta: “Bisogna esser felici di donare il 5% perché non è nulla rispetto a quanto si guadagna in Serie A. Lo Stato ha da pensare a tante cose e le continue guerre tra le federazioni di Serie A, C e D non aiutano in tal senso, chi ne paga le conseguenze sono i bambini che non giocano più a calcio. Questa proposta deve essere aggiunta nei contratti dei prossimi anni. Le fabbriche chiudono e non ce la fanno a sponsorizzare, quindi come faranno le società a tesserare i giovani calciatori ed i grandi senza aiuti? Noi siamo cresciuti lì ed avranno problemi. Non pensiamo solo alla Serie A che non chiude mai perché è la quarta industria del paese e produce. I dilettanti no, non producono“.
Questo può essere l’origine di un ragionamento che può essere utile al calcio per ‘aiutarsi’, a salvare un mondo in evidente difficoltà. Ma come dice un immenso Lele Adani “i calciatori sono i protagonisti. Lo spettacolo passa da loro, loro devono dare voce a chi non ha voce. Devono creare un sistema che aiuti il calcio in città, in provincia, in oratorio. A certi livelli non è un 5% che fa la differenza, però per il calcio dilettantistico un 5% è tanto. Il calcio è di tutti, sosteniamolo insieme”.
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