Camera: approvata con 312 Si, 146 No e 2 astenuti la legge di bilancio che aveva già incassato il voto di fiducia, oggi il testo dovrà passare al Senato dove se ne prevede la riscrittura per cui, fino ad ora, il passaggio alla Camera è servito solo a perdere tempo e così ecco che, la prossima settimana, ci sarà l’esame al Senato in seconda lettura (diventato di scrittura), in parallelo al negoziato, ancora in salita, con Bruxelles dove si sta trattando per evitare la procedura d’infrazione.
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e correzioni per far fronte alle richieste della Commissione europea dovranno arrivare prima del 19 dicembre, data in cui l’Ue potrebbe formalizzare la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. I tempi per consentire il ritorno alla Camera e il via libera finale entro Natale sono dunque strettissimi. Secondo quanto si apprende il premier incontrerà il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, nel corso di una cena nella serata di mercoledì.
Sempre oggi, al Viminale sono attese le 12 associazioni imprenditoriali che avevano chiesto la prosecuzione della TAV, a partire da Confindustria e Salvini riceverà poi anche gli addetti della categoria dei locali da ballo come promesso ieri dopo la sua visita ai feriti della discoteca Marchigiana.
Domani sarà poi la volta dei sindacati già in pressing per ottenere maggiori garanzie su crescita e lavoro che sono attesi a Palazzo Chigi.
Martedì, infine, i rappresentanti di piccole e medie imprese a colloquio da Di Maio.
In questo caos, Salvini se ne è andato in piazza dove, dal palco di piazza del Popolo, ha chiesto alla folla (mica alle Camere) “il mandato di andare a trattare con rispetto” con l’Unione europea, “non come ministro, non come governo ma a nome di 60 milioni di italiani”. Così “Se c’è il vostro mandato noi non abbiamo paura di niente e di nessuno”, ha aggiunto il segretario leghista che ha annunciato novità alla manovra in Senato su lavoro, salute e famiglia e ha rivolto un appello alla Ue: “La Ue non ci bocci per un decimale”. La manovra che il Parlamento sta approvando, ha concluso, “mette al centro non i poteri forti ma i cittadini, i piccoli e i dimenticati” con l’obiettivo di arrivare a “tutti”. Le misure cardine della legge di bilancio, reddito di cittadinanza e pensioni, sono stati rinviati al Senato.
Intanto, mentre Salvini arringa il popolino in piazza e Montecitorio licenzia una manovrina arricchita da mance e mancette, nella sede del governo inizia a comporsi il puzzle delle modifiche che riscriveranno radicalmente il testo a partire dall’intoccabile cifra del 2,4% di deficit alla quale Luigi Di Maio e i suoi avevano brindato dal balcone soltanto due mesi fa.
Una stima che sembra poter-dover ritornare sui livelli (intorno al 2%) voluti dal ministro Tria e accettati da Bruxelles, ma su cui la partita è ancora tutt’altro che chiusa.
I vicepremier Salvini e Di Maio danno a vedere che continuano a difendere la linea del Piave del 2,2% che non basta all’Europa, e rimane lontana dall’obiettivo di ridurre il deficit di almeno 7 miliardi per portarlo tra l’1,9 e il 2%.
La soluzione sui numeri, come già scritto, terrà ancora banco almeno fino al 19 dicembre, deadline posta dalla Ue, ma ancora regna incertezza sulle carte più attese di questa delicatissima partita: quota 100 e reddito di cittadinanza. Il ridisegno dei due interventi è prioritario se la strada del disavanzo deve essere in discesa non solo per il prossimo anno ma anche per gli anni successivi.
Per finire, annotiamo che la prossima settimana, oltre agli appuntamenti su segnalati, ci saranno anche altre occasione di confronto sia al Consiglio europeo del 13-14 dicembre, sia all’ancora non confermato faccia a faccia fra il premier Conte e il presidente della commissione Junker che potrebbe tenersì martedì prossimo.
E qui un: “io speriamo che me la cavo” ci stà proprio tutto
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