L
ega Pro, da qualche settimana è stato proposto un nuovo format che dovrebbe partire dal prossimo anno. Ma non è la panacea di tutti i mali. Se qualcuno pensa che rifacendosi il look la Lega Pro risolva tutti i problemi di vario tipo che attanagliano questa categoria, si sbaglia di grosso.
LEGA PRO, COSA PREVEDE IL NUOVO FORMAT DEL CAMPIONATO?
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Se approvato partirà dalla prossima stagione 2023-2024. Nessuna promozione diretta, stessa cosa per le retrocessioni in Serie D.
Si passerebbe dagli attuali tre gironi da 20 squadre a sei gironi da dieci squadre ognuno dei quali composto da dieci squadre rispettando il criterio della territorialità solo in questa prima fase.
Dalle 18 giornate dei sei gironi, le prime cinque classificate di ogni girone dei 6 gironi andranno nella poule promozione della fase qualificatoria (formando tre gironi da dieci squadre ognuno) mentre le ultime cinque di ognuno dei sei gironi andranno a comporre i tre gironi della poule retrocessione.
Ogni squadra porterà con se il 50% dei punti accumulati nella prima fase e anche il criterio di formazione dei tre gironi rifletterà il piazzamento ottenuto nella prima fase.
LA POULE RETROCESSIONE IN LEGA PRO NEL FORMAT DEL PROSSIMO CAMPIONATO.
L’ultima classificata di ognuno dei tre gironi da dieci della poule retrocessione retrocederà direttamente in Serie D. Le squadre dalla sesta alla nona posizione si sfideranno in gare di andata e ritorno (sesta contro nona e settima contro ottava) per salvarsi. Le sei perdenti ovviamente retrocederanno.
Invece sarà finita la stagione per le classificate dalla terza alla quinta posizione dei tre gironi da dieci della poule retrocessione mentre le prime due classificate di ogni girone della poule retrocessione saliranno nella poule promozione.
LA POULE PROMOZIONE IN LEGA PRO NEL FORMAT DEL PROSSIMO CAMPIONATO.
Nei tre gironi della poule promozione le prime tre classificate dei tre gironi da dieci andranno direttamente alla finale insieme alla vincente della Coppa Italia di Serie C.
Le squadre che invece si classificheranno dalla quarta alla decima posizione in ognuno dei tre gironi andranno direttamente nei playoff dove andranno a trovare anche le sei squadre salite dalla poule retrocessione (le prime due di ognuno dei tre gironi della poule retrocessione).
In totale quindi saranno 27 squadre che entreranno in gioco in tre turni, ognuno in gara secca, e che si ridurranno prima a 16, poi a 14 e infine a 12. Dalla sfida secca fra queste ultime usciranno sei squadre che si andranno ad aggiungere alle nove della fase qualificatoria (le prime tre di ognuno dei tre gironi da dieci) più la vincente della Coppa Italia di Serie C.
Nel complesso quindi 16 squadre che verranno accoppiate in otto semifinali. Dalle otto semifinali usciranno le quattro gare di finale le cui vincenti saranno promosse in Serie B.
LEGA PRO, SI PENSA AL NUOVO FORMAT MA I PROBLEMI SONO BEN ALTRI.
La Serie C quindi pensa sempre più a rifarsi il look ed a cambiare il proprio volto modificando la struttura del torneo in un modo estremamente complicato come si è potuto capire.
Ma piuttosto che modificare il format del campionato, la Lega Pro dovrebbe guardare ad altri problemi molto più vitali per la categoria che stanno impoverendo sempre di più la qualità del campionato e stanno determinando sempre più la fuga dagli stadi.
Innanzitutto la questione minutaggio. Se da un lato il regolamento del minutaggio degli under serve a dare nuova linfa vitale alle società di C, dall’altro lato però obbligare le società a mettere in campo un minimo di tre under per tutta la gara che poi devono diventare quattro nel corso della stessa, significa depauperare la qualità e il livello tecnico di un campionato che è già molto livellato verso il basso negli ultimi anni.
Inoltre, e questo è un discorso che coinvolge un po’ tutta la struttura calcio del nostro paese, bisognerebbe modificare il sistema dei contributi alle società che non può prevedere solo le briciole per le società di Lega Pro e tutto o quasi per la Serie A e la Serie B in subordine.
Ovviamente quest’ultimo punto dovrebbe necessariamente passare preventivamente per una riforma generale dei campionati (anche di A e di B) che dovrebbe portare ad una riduzione delle squadre professionistiche del calcio italiano.
Infine, la Lega Pro dovrebbe trovare un’adeguata collocazione nel palinsesto del calcio italiano. Così come per la Serie B ormai da anni si è trovato un giorno, il sabato, e una fascia oraria come quella pomeridiana del sabato che stanno dando discreti risultati, lo stesso dovrebbe accadere per la Serie C.
Si potrebbe pensare per esempio alla domenica pomeriggio come fascia oraria appropriata per la Serie C dal momento che in quelle ore c’è solo la concorrenza di partite di Serie A di seconda o terza fascia che non dovrebbero sottrarre pubblico ai palcoscenici della Lega Pro.
Il cambio format della Lega Pro non è assolutamente la panacea di tutti i mali e non risolve i problemi che attanagliano ormai da anni questa categoria. I problemi, come descritto, sono ben altri e non è istituendo un format complicatissimo che si attira il pubblico negli stadi.