Con la partecipazione di professionisti, si è discusso sul tema delle solitudini. Iniziativa promossa dall’Associazione l’Incrocio delle Idee
Le Solitudini: Anziani, Giovani, Famiglie. Tema affrontato con tecnici
Castellammare di Stabia – “Le Solitudini: Anziani, Giovani, Famiglie – Riflessioni sul tema delle solitudini per raggiungere il benessere sociale e relazionale”, è l’argomento dell’iniziativa che si è tenuta presso il Salone Diocesano Stabiese Sorrentino, organizzata dall’Associazione Socio Culturale l’Incrocio delle idee.
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uattro ospiti di eccezione, professionisti del settore che hanno affrontato la difficile questione, non del tutto conosciuta nella sua “potenziale dinamica distruttiva”, ognuno per la sua parte guardando appunto, gli anziani, i giovani, le famiglie.
Ha introdotto i lavori Lidia Vicinanza che nel suo moderare gli interventi ha ben presentato gli oratori collegando in maniera brillante i tre argomenti del tema proposto, che hanno caratterizzato la serata.
Dopo aver sinteticamente illustrato le prerogative dell’associazione che intende porre all’attenzione dell’intera comunità questioni e problematiche che meritano e necessitano di maggiori attenzioni e meditazioni, Vicinanza ha chiarito che la serata non poteva essere esaustiva ma voleva dare una lettura reale e cogliere segnali dell’argomento in discussione, che a volte ci possono sfuggire.
“Non ne facciamo una chiacchiera – ha affermato la moderatrice dell’iniziativa – ma facciamo in modo che sia uno spunto per future riflessioni”.
Un tema semplice nella sua complessità; un ossimoro che attesta la difficoltà a raccontarlo come si è sviluppato nel corso della serata, per quanto appunto, illustrato in maniera semplice e comprensibile e che ha conquistato l’attenzione dei numerosissimi cittadini presenti che per due ore non hanno sentito la necessità di utilizzare il cellulare.
Rosaria Varrella, Psicologa e criminologa ha parlato della solitudine legata agli anziani a coloro che dopo una vita attiva nel mondo del lavoro si ritrovano, quando cessano di essere in quel mondo, con davanti uno spazio immenso e si scoprono completamente soli se, non hanno avuto la capacità si crearsi rapporti oltre il lavoro.
Disagio enorme, ha ancora affermato Varrella, che merita soluzioni in relazione alle differenti esigenze che le varie fasce di età presentano e presuppongono nuove considerazioni della solitudine.
Solitudine legata a gravi patologie e solitudine sociale. Per quest’ultimo aspetto, ha affermato la psicologa Varrella, “responsabilità concrete appartengono alla società che, proprio in virtù del fatto che la società invecchia sempre più, indispensabile è mettere in campo strumenti idonei, sia pure in presenza di costi”.
La psicologa e Psicoterapeuta dell’associazione Hikikomori Italia, Elena Procino, ha affrontato il tema della solitudine dei giovani, parlando dell’associazione Hikikomori, che appunto significa in giapponese, “Isolamento volontario giovanile”.
Un’associazione nazionale composta da 600 famiglie e dunque 600 giovani, che attenziona e affronta questo fenomeno che registra in Italia ben 110 mila casi.
Giovani che volontariamente si isolano, si ritirano dalla scuola e si creano e vivono un loro mondo on line.
L’ Hikikomori, ha spiegato la Procino, non è una patologia, è una sindrome culturale e dunque non è possibile attuare un piano terapeutico e per questo “l’associazione si pone l’obiettivo di trovare forme alternative di sostegno ai ragazzi ma anche e forse soprattutto alle famiglie, che vivono grande solitudine ma che sono assolutamente da tramite con i ragazzi che hanno un loro mondo virtuale”.
E’ seguito l’intervento di Cosimo Russo, Sociologo e Analista Transazionale che, citando autorevoli filosofi anche del passato, ha evidenziato come la società presenta limiti e presenze di soggetti deboli e che non si relazionano, società dove non c’è un fine e uno scopo, persone che hanno perso la famiglia e i rapporti e dunque complessivamente soli.
Società dove non ci sono strutture, ovvero il senso delle cose, dove manca il desiderio e dunque il ricorso alla sola materialità.
Mancano punti di riferimenti certi una volta individuabili nella politica, nelle associazioni, dei governi, nella chiesa, dunque presenza di un vuoto che non si riesce a colmare perché manca l’amore e anche se rincorriamo le merci restiamo comunque sempre soli.
“Occorre – ha ancora affermato Russo – recuperare l’amore, l’affetto e lo stare con gli altri, dare il senso alla vita e darsi un progetto, stimolare le emozioni ed esprimere, quando abbiamo il permesso, opinioni e pensieri”.
Ultimo intervento programmato quello del Presidente di Telefono Amico di Napoli Marco Calafato.
Un’associazione nata nel 1965, che ha l’obiettivo di un ascolto attento, apartitico e aconfessionale, con il presupposto importante di assoluta parità tra chi chiama e chi ascolta.
“Essere qui e ora” sembrerebbe lo slogan dell’associazione, che lascia assoluta libertà da parte di chi chiama sul tema da affrontare, su ciò che intende dire e che, alla base, specifica Calafato, s’intravede comunque solitudine.
Un ascolto attivo da parte dei volontari dell’associazione che crea quasi sempre sollievo e conforto a chi chiama “anche se noi – riferisce il presidente di Telefono Amico – non entriamo mai nei loro percorsi di vita. Infatti capita spesso di ascoltare persona malate e persone che hanno avuto problemi con la giustizia e anche se non vivono soli trovano, parlando e raccontandosi con i nostri volontari, appunto sollievo”.
Sono seguite una serie di domande da parte dei cittadini presenti e altrettante risposte rispetto ai sintomi, alla prevenzione, alla necessità di parlarne anche nel prossimo futuro e alla necessità che le azioni di movimenti, associazioni e di quanti altri pensano di affrontare questa importante tematica, trovino momenti di sintesi soprattutto da parte delle istituzioni competenti che spesso provano ad eludere il problema.
Ma tocca a loro.
Giovanni Mura
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