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Castellammare di Stabia

Le risposte dei quattro candidati alla Regione Sicilia sotto la lente del fact checking

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I

n vista delle prossime elezioni regionali siciliane del 5 novembre, l’agi ha sottoposto a verifica quattro affermazioni dei quattro candidati, Giancarlo Cancelleri (M5S), Claudio Fava (sinistra), Fabrizio Micari (centrosinistra) e Nello Musumeci (centrodestra).

Giancarlo Cancelleri e i siti UNESCO

Lo scorso 24 ottobre il candidato del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, ha scritto su Facebook: “Questa è la terra con il maggiore numero di siti UNESCO”, riferito alla Sicilia.

È falso.

In base all’elaborazione fatta da Ancitel (la società di servizi per i comuni italiani) sui dati Unesco 2017, la Sicilia può vantare 7 siti UNESCO:

– la valle dei templi di Agrigento;

– le isole Eolie;

– le città tardo barocche della Val di Noto;

– il monte Etna;

– Palermo arabo-normanna – cattedrali di Cefalù e Monreale;

– Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica;

–  la Villa Romana del Casale a Enna.

Meglio della Sicilia fa la Lombardia, che ha 9 siti UNESCO:

– arte rupestre della Valle Camonica,

– Chiesa e Convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie con il Cenacolo di Leonardo da Vinci;

– Crespi d’Adda – l’insediamento industriale;

– i Longobardi in Italia – i luoghi del potere (il castrum di Castelseprio -Torba, e il complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia);

– il Monte di San Giorgio;

– la ferrovia retica;

– Mantova e Sabbioneta;

– i Sacri Monti di Piemonte e Lombardia;

– le opere di difesa veneziane tra il XVI ed il XVII secolo (a Bergamo).

Pareggia poi con la Sicilia la Toscana, che vanta anche lei 7 siti (il centro storico di Firenze, il centro storico di Pienza, il centro storico di San Gimignano, il centro storico di Siena, la piazza del Duomo di Pisa, i giardini e le ville medicee, e la Val d’Orcia).

Claudio Fava e la disoccupazione

Intervistato da il Notiziario di Sicilia, il candidato della sinistra Claudio Fava lo scorso 24 ottobre ha dichiarato: “Abbiamo 58 mila disoccupati, quest’anno”.

È falso, o quantomeno poco chiaro a che cosa si faccia riferimento.

I disoccupati in Sicilia sono, in base ai dati Eurostat riferiti al 2016, 383 mila – quindi è improbabile che Fava stesse parlando di quello.

Potrebbe forse allora indicare un aumento di 58 mila disoccupati nel 2017. Se così fosse, sarebbe un dato probabilmente sbagliato (in attesa dei dati definitivi di Eurostat o Istat).

Il rapporto CongiunturaRes, prodotto dall’Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia, riporta per il 2017 un calo del tasso di disoccupazione, dal 22,1% del 2016 al 20,9% del 2017 (stima fatta sui dati disponibili al 5 luglio 2017).

In numeri assoluti – considerato che 383 mila disoccupati corrispondono a un tasso del 22,1% – significa un calo di circa 20 mila disoccupati.

Per ottenere un aumento di 58 mila disoccupati, il tasso di disoccupazione sarebbe quindi dovuto aumentare di circa 3 punti percentuali e nessuna fonte riporta una simile dinamica.

Fabrizio Micari e il turismo

Ospite a DiMartedì su La7, lo scorso 24 ottobre il candidato del centrosinistra Fabrizio Micari ha dichiarato (min. 1.48): “C’è un turismo in ripresa”, sempre ovviamente riferito alla Sicilia.

Il dato è corretto, ma va contestualizzato: la Sicilia ha infatti mostrato una ripresa negli ultimissimi mesi, ma dopo ben due anni di risultati in calo e in controtendenza rispetto al resto d’Italia.

L’assessore regionale al turismo Anthony Barbagallo lo scorso fine agosto riferiva che “secondo l’Osservatorio turistico nei primi sei mesi del 2017 si registrano 2,2 milioni di arrivi, con un +19% rispetto allo scorso anno, e quasi 6,6 milioni di presenze, ovvero un +14,6% sullo stesso periodo dell’anno scorso”.

La ripresa dunque ci sarebbe. Tuttavia bisogna sottolineare come la Sicilia partisse da una situazione nettamente peggiore rispetto al resto d’Italia e avesse dunque più strada da recuperare.

In Italia il turismo, in termini di presenze, è cresciuto del +7,3% nel primo semestre 2017 rispetto al primo semestre 2016. Inoltre è cresciuto del +4% nel 2016 sul 2015, e del +7,5% nel 2015 sul 2014.

Nello stesso periodo la Sicilia (qui scaricabili i dati: http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_TurismoSportSpettacolo/PIR_Turismo/PIR_7338501.618136477) invece perdeva turisti, con un -7,2% nel 2016 sul 2015, e – 2,4% nel 2015 su 2014.

Nello Musumeci e i giovani senza lavoro

Intervistato dalla radio locale Bedda Radio, il candidato del centrodestra Sebastiano “Nello” Musumeci lo scorso 13 ottobre ha dichiarato: “La Sicilia ha oggi il tasso più alto in Europa di disoccupazione giovanile”.

È falso: alcune zone europee fanno peggio.

In base ai dati Eurostat (riferiti al 2016) la Sicilia ha un tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e 24 anni) del 57,2%. Peggio di tutti fanno le enclave africane della Spagna di Ceuta e Melilla, con dei tassi rispettivamente del 63,3% e del 69,1%. Ma si tratta, anche secondo Eurostat che pure li riporta, di dati poco affidabili.

Per smentire il supposto record della Sicilia tuttavia non serve andare tanto lontano, basta anzi attraversare lo stretto di Messina. La Calabria segna infatti nel 2016 il 58,7% di disoccupazione giovanile, un punto e mezzo in più rispetto alla Sicilia. Nel 2015 il divario era ancora maggiore, con la Calabria al 65,1% e la Sicilia al 55,9%.

Anche l’Andalusia, infine, è messa peggio della Sicilia. Nel 2016 il tasso di disoccupazione giovanile nella regione del Sud della Spagna è infatti stato del 57,9%.

agi


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