Il disegno di legge sul testamento biologico torna alla Camera dei Deputati per la discussione degli ultimi emendamenti e il voto finale. La convergenza Pd-M5S si è rafforzata e al momento sembra reggere ma i cattolici sono sul piede di guerra.
Il biotestamento torna in aula, regge l’asse tra Partito Democratico e Cinquestelle
Un centinaio di emendamenti ancora da discutere, associazioni cattoliche sul piede di guerra
I
l testo, approdato il 5 aprile alla Camera, intende rimettere al centro la volontà del malato e la sua autodeterminazione riguardo alle cure. Si parla di «disposizioni anticipate di trattamento», che prevedono che chiunque, anche da sano o all’inizio della patologia, possa esprimere le proprie volontà in materia di cure mediche, compresa la rinuncia alle pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. E nel biotestamento, il malato potrà indicare un fiduciario che lo rappresenti in caso di perdita di coscienza.
Gli emendamenti ancora da discutere sono un centinaio e la cruciale alleanza tra Movimento 5 stelle e Pd è stata rinsaldata in queste ore. Alcuni componenti del gruppo pentastellato avevano negli ultimi giorni espresso la loro preoccupazione che, proprio in quegli emendamenti accantonati nella seduta del 5 aprile, si annidasse una trappola per stravolgere la legge in cambio di un rinsaldarsi dell’alleanza di governo tra il Pd e Alternativa popolare. «Gli emendamenti che consideravamo pericolosi sono stati accantonati», assicura Silvia Giordano, deputata M5S che ha seguito l’intero iter della legge. «Anche se ci sono cose che avremmo modificato, per il momento non ci sono motivi di chiusura», continua Giordano, «e sono sicura che tutto il gruppo M5S voterà compatto».
Mostra soddisfazione anche Marco Cappato, dell’associazione Coscioni, che insiste su alcuni aspetti migliorabili, come l’inserimento, considerato necessario dai radicali, del trattamento di sedazione continua profonda, per evitare che, al momento di interruzione delle cure, si provochi dolore al malato ancora cosciente. Mentre Paola Binetti, deputata di Ap, chiama la necessità di «un’opposizione durissima, nonostante l’alleanza tra Pd e M5S abbia assunto le sembianze di un muro insormontabile».
Una opposizione che però, terminato l’iter alla Camera, qualche problema in più potrebbe averlo al Senato, dove i numeri di un’alleanza tra dem e cinque stelle sono risicati. Anche fuori dal Parlamento, il dibattito è destinato ad accendersi. Le associazioni cattoliche sono da settimane sul piede di guerra e l’intervento più duro è quello di padre Virginio Bebber, presidente dell’associazione che riunisce gli ospedali cattolici, che rivendica la facoltà di non «assistere pazienti la cui dichiarazione anticipata di trattamento faccia presumere un conflitto difficilmente sanabile con il nostro fermo orientamento etico». In alternativa, sarà richiesto il trasferimento del malato in un’altra struttura, perché «le istituzioni non possono obbligare i medici a togliere acqua e cibo ai pazienti. L’obiezione di coscienza non si tocca» fanno sapere dall’associazione.
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