Baby-gang – Ancora un caso di aggressione e rapina ai danni di un minorenne da parte di coetanei.
A denunciarlo, sabato scorso, le forze dell’ordine di Lignano Sabbiadoro che, sono riusciti ad identificare i due giovani responsabili dell’accaduto, indagati per rapina e lesioni.
Mentre era solo, era stato raggiunto dai due malintenzionati che lo avevano rapinato dei soldi e del cellulare, picchiato brutalmente, minacciandolo di morte e postando su Whatsapp il video dell’accaduto.
Le immagini sono raccapriccianti: il viso del ragazzo una maschera di sangue, per i pugni e i calci ricevuti sul viso. A causa delle lesioni alla mandibola, il giovane ha dovuto subire un delicato intervento chirurgico.
E’ proprio grazie al video e alle telecamere di sorveglianza, presenti nell’area dove è avvenuto il crimine, che gli inquirenti, dopo più di due mesi di indagini, sono riusciti ad identificare i responsabili della violenza, entrambi sedicenni.
I casi di violenza da parte di giovani e giovanissimi, ai danni di coetanei e non, sono tanti, troppi e non solo in Italia. Quello che ci preoccupa e ci sconcerta è che stiano diventando un fenomeno dilagante.
Quali ne siano le motivazioni: turbe psicologiche, impunità dei minori che commettono reati, emulazione di personaggi televisivi, lassismo delle famiglie, o altre concause, non c’è quasi più città di una certa dimensione che non abbia le sue cosiddette baby-gang.
Che cosa facciamo di bello stasera? Andiamo al cinema, a mangiare una pizza o un gelato?: queste erano le domande che ci ponevamo da ragazzi, questo era il modo, quando eravamo adolescenti, di trascorrere le serate nel fine settimana o durante le vacanze.
Rapiniamo qualcuno e lo massacriamo di botte? Prendiamo a schiaffi i passanti?
Rompiamo la testa ad un anziano oppure violentiamo una ragazza?: sembrano invece essere queste le modalità di divertimento di alcuni adolescenti oggi, se con tanta frequenza assistiamo ad episodi del genere.
Nei luoghi di ritrovo giovanili – stadi, discoteche, pub, giardini pubblici – in alcuni gruppi, fortunatamente non in tutti, l’aggressività fisica e verbale è “sdoganata”, complice anche l’uso e l’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti, e quella che un tempo era definita maleducazione è oggi socialmente apprezzata tra questi giovani: è diventata uno vero e proprio stile di vita.
Da questi luoghi, la maleducazione e l’inciviltà di tali giovani dilagano nelle strade, sui mezzi pubblici, nei centri commerciali, nelle scuole. Anche nelle loro case, ma non c’è più nessuno che gli faccia capire quanto questi comportamenti siano sbagliati.
Non c’è più nessuno che li punisca per aver picchiato o deriso un compagno, per aver interagito con arroganza con un adulto o peggio. Per carità! I poverini potrebbero essere traumatizzati anche da un semplice rimprovero!
E’ per questo che alcuni insegnanti, che si sono permessi di redarguire uno scolaro che non aveva svolto i compiti o che aveva avuto un comportamento irrispettoso, si sono ritrovati in ospedale, malmenati dai genitori.
E’ inutile sottolineare quanto sia importante porre un freno al fenomeno dilagante delle baby-gang, ma l’intervento, oltre che repressivo (per esempio pene più severe, soprattutto pecuniarie, per i genitori dei minori che delinquono)dovrebbe essere principalmente di tipo educativo.
Nessuna forma di violenza può avere una connotazione positiva, ed è quanto viene già insegnato in tutte le comunità educative e, vogliamo sperare, nelle famiglie.
Ma a tutte le ore in tv e sul web vengono trasmessi messaggi contrastanti, attraverso film le cui scene violente hanno come protagonisti figure carismatiche, spesso anche negative (boss mafiosi, vendicatori, ecc.), che gli adolescenti possono tendere ad imitare.
Gli adolescenti o addirittura i bambini che assistono a queste scene di violenza, non hanno infatti la capacità di discernimento di un adulto e possono essere influenzati, anche a livello inconscio, da questi pessimi modelli di comportamento.
Una maggiore attenzione e controllo sulle trasmissioni televisive che guardano e sui contatti social dei ragazzi da parte delle famiglie è sicuramente auspicabile.
Determinante anche l’osservazione degli atteggiamenti, del linguaggio verbale e non verbale degli adolescenti, che possano preludere ad episodi di violenza, come scatti d’ira e rabbia repressa.
E se invece i nostri adolescenti sono bravi ragazzi? Anche in questo caso grande attenzione.
Adesso i bravi ragazzi, quelli “normali”, per intenderci, che si rapportano in maniera civile col prossimo, non dicono parolacce, non aggrediscono gli altri, non bevono alcolici, non fumano, ecc., sono malvisti, e potrebbero essere dileggiati, ghettizzati, malmenati, vittime ideali di bulli e baby-gang.
E con loro anche le persone di una certa età, solo perché “portatori sani” della buona educazione, un valore che fa sempre più fatica ad attecchire in un mondo dove prevale l’aggressività e l’ignoranza.
Adelaide Cesarano
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