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all’indagine 2017 sull’occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa (Esde) pubblicata dalla Commissione, è emerso che quasi 1 giovane su 5 in Italia, nella fascia tra 15 e 24 anni, non ha e cerca un lavoro, nè è impegnato in corsi di formazione o studi. Si tratta dei cosiddetti Neet e il nostro paese ne detiene il (triste) primato: 19,9% contro una media nel Continente dell’11,5%.
DISOCCUPAZIONE AL 37,8% PER GLI UNDER 25
Il report evidenzia inoltre le tantissime difficoltà che i giovani incontrano nell’entrare nel mondo del lavoro. Nel 2016 la disoccupazione fra i 15 e i 24 anni era al 37,8% in calo rispetto al 40,3% del 2015, ma comunque la terza in Europa dopo Grecia (47,3%) e Spagna (44,4%).
Chi invece il lavoro ce l’ha, deve far fronte alla miriade di contratti atipici che espongono i giovani al rischio precarietà. Ne consegue che i ragazzi escono di casa, per crearsi una propria famiglia, solo verso i 32 anni, più tardi rispetto a una decina di anni fa e molto dopo la media europea, che si aggira intorno ai 26 anni.
IL NODO DELLA PENSIONI
L’esaustivo quadro delineato dal report, preannuncia quella che sarà la “situazione pensioni”. Le nuove generazioni, con molta probabilità, percepiranno pensioni più basse in rapporto alla loro remunerazione. Il rapporto prevede anche un calo dello 0,3% annuo della popolazione in età da lavoro da qui al 2060. Ciò significa che nel prossimo futuro una forza lavoro ridotta dovrà garantire il mantenimento e pagare le pensioni di un numero sempre maggiore di anziani.
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