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Castellammare di Stabia

#LaRiscopertaDeiFatti- Hamsik, meno poeta più ingegnere: la squadra ci mette il cuore, tu la testa

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La sostanza, per citare il noto giornalista, e scrittore, Travaglio è questa: I fatti separati dalle opinioni. Perché, fondamentalmente, senza fatti si può dimostrare tutto e il contrario di tutto mentre con i fatti no. L’intenzione sarebbe quella, essere quanto più sistematici possibili. Se è fatto giusto, chapeau, mentre se è fatto sbagliato, guai. E ci perdoni ancora Travaglio se utilizzeremo la sua idea per parlare di calcio, ma al popolino piace così.

Il fatto è che subire un gol al quarto minuto, irregolare per altro, non può che non condizionare il corso della partita.

Il fatto, però, è che non bisognava staccare la spina, un minuto dopo, ma continuare a giocare ed a crederci.

Il fatto è che in 90 minuti, contro questa Inter, il Napoli dell’andata ne avrebbe fatti tra i due e i tre. Con Higuain, senza Higuain.

Il fatto è che quattro punti in 5 partite sono un segnale chiaro: gli azzurri non ci sono più o, quantomeno, non sono più come prima.

Il fatto è che il non-mercato di gennaio di fa sentire: la rosa è troppo corta, il fiato manca e la Juve corre più veloce.

Il fatto buono, però, è che sono sempre loro, sempre un gruppo. Da Dimaro fino alla fine: sarebbe un peccato buttare tutto all’aria.

Il fatto è uno: martedì, contro il Bologna, sarà decisivo. Più di Roma, probabilmente. Bisogna giocare col cuore, dato che, adesso, le gambe non reggono più.

Il fatto è che Gabbiadini dovrà dimostrare di essere un campione e di aver ritrovato quella luce e quella fierezza che l’hanno contraddistinto nelle stagioni precedenti, sia con Mihajlovic che con Benitez.

Il fatto è che Pepe Reina dovrà ritornare ad essere decisivo, a far vincere la squadra, con parate fondamentali. A Milano è mancato anche lui. Sul secondo gol di Brozovic avrebbe potuto fare di più. La sufficienza, il portiere ce l’avrà sempre, perché indispensabile per la difesa azzurra, ma adesso tocca fare il salto di qualità. Il Napoli ha bisogno dei suoi miracoli.

Il fatto è che Hamsik deve dimostrare di essere cresciuto, una volta per tutte. A San Siro, il centrocampista ha giocato per soli 4 minuti. Poi il gol di Icardi e più nulla. Male, malissimo, per lui, capitano di questo gruppo. Che sia un talento è fuori discussione, ma adesso bisogna applicare concretamente ciò che si sa fare meglio. Più ingegnere meno poeta, insomma. La squadra ci metterà il cuore,  Marek la testa.

Il fatto è che ci vuole personalità. Che l’ansia ci sia è normale, ma guai a farsi immobilizzare da essa. La paura frena, ma il cuore deve battere necessariamente più forte, per non spegnere quella luce, che porta a creare le cose più belle. Quest’anno non sarà scudetto, ma ciò non toglie nulla ad una stagione praticamente perfetta. Il secondo posto è il giusto modo per concludere al meglio quest’anno.

 

 

 


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