L’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) chiede le dimissioni del Presidente Siciliano per il suo libro sul fascista Anfuso.
Dopo il caso delle poesie dell’assessore regionale siciliano alla cultura, Alberto Samonà, leghista e simpatizzante fascista (vicenda della quale ci siamo occupati negli articoli “19 Maggio 2020 La Lega dall’Ars al Governo. Dubbi massoneria” e “ 11 Giugno 2020 Il neo assessore regionale siciliano alla cultura inneggiava alle SS”, l’antifascismo in Sicilia, con l’associazione Nazionale Partigiani d’Italia, chiede le dimissioni del Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci per il suo libro sul fascista Filippo Anfuso.
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è un’associazione fondata dai partecipanti alla resistenza italiana contro l’occupazione nazifascista nella seconda guerra mondiale. Nata a Roma nel 1944, mentre nel Nord Italia la guerra era ancora in corso, è stata eretta in ente morale il 5 aprile 1945.
Filippo Anfuso fu condannato a morte in contumacia a Roma il 12 marzo 1945 dall’Alta Corte di Giustizia per collaborazionismo con i nazisti e per crimini fascisti. In Italia, dopo l’annullamento della sua condanna da parte della Corte suprema di Cassazione, venne assolto con una sentenza della Corte d’Assise di Perugia nell’ottobre 1949. nel 1950, aderì al Movimento Sociale Italiano e nel 1953 venne eletto deputato nel collegio unico nazionale e riconfermato per le due successive legislature (1958 e 1963) nel collegio di Catania.
«Dopo le poesie inneggianti alle SS dell’Assessore leghista ai beni culturali della Regione Siciliana Alberto Samonà, ci viene questa volta segnalato il libro “L’ambasciatore Anfuso, “Duce con voi fino alla morte”” del Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, un’agiografia di una triste figura del regime fascista, Filippo Anfuso, probabile responsabile dell’uccisione dei fratelli Carlo e Nello Rosselli in Francia». E’ la denuncia dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Sicilia e Palermo che chiedono le “dimissioni immediate” di Musumeci e Samonà’. “Ci chiediamo come si possa essere nostalgici del fascismo, avversari della democrazia, nemici della Costituzione e nello stesso tempo rappresentare le istituzioni della nostra Repubblica”, dichiarano Ottavio Terranova presidente Anpi Sicilia e vicepresidente nazionale dell’Anpi ed Angelo Ficarra presidente vicario dell’Anpi Palermo.
“Non basta cancellare il proprio profilo facebook per chiudere i conti con un passato che si vuole evidentemente nascondere- dicono all’Anpi – Ci saremmo aspettati una presa di posizione chiara, una dichiarazione precisa che definisse il nazismo ed il fascismo mali assoluti, la sottoscrizione piena della nostra Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e dalla lotta antifascista e non vuoti giri di parole con cui si prova solamente a camuffare la simpatia verso una dittatura feroce, razzista e guerrafondaia”.
La “storia da sempre la scrivono i vincitori e le pagine bellissime della resistenza al nazifascismo sono state scritte anche con il sangue di tanti siciliani che a migliaia si unirono alle formazioni partigiane per liberare l’Italia dall’occupante nazista ed abbattere il regime sanguinario di Mussolini”, concludono.
“L’Anpi ignora che Anfuso subì due processi per l’uccisione dei fratelli Rosselli – controbatte Adele Sirocchi sul Secolo d’Italia – e sempre ne uscì con l’assoluzione. In proposito basta leggere la biografia di Anfuso sull’Enciclopedia Treccani, dove un passaggio è dedicato alla vicenda”.
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