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La Vespetta – Matteo Esposito, quella ‘Saracinesca’ con la passione per il basket: la storia

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Quando sei bambino hai sempre un sogno. Almeno la maggior parte dei bambini ce l’ha, è lo stesso: sogna di diventare grande, sogna di diventare calciatore, sogna di diventare un grande calciatore. I palcoscenici, i grandi palcoscenici, ma anche le gloriose maglie, quelle che ti restano tatuate addosso. Matteo Esposito lavora, suda, rincorre questo sogno. Una vita da portiere, no non è il testo di una canzone, quella recitava in altro modo. Sin da piccolo, sin da quando ha visto il primo pallone rotolare, ha visto crescere dentro di se quella smisurata passione, quell’obiettivo da raggiungere.

Il classe 2002, portiere, soprannominato la ‘Saracinesca’, inizia a giocare all’età di 5-6 anni, nelle scuole calcio estive, nella scuola calcio di Mariglianella. Poi è subito Juve Stabia, all’età di 11 anni, 5 anni. Fa tutta la trafila del settore stabiese, ma brucia le tappe sin da subito. L’avvento nel settore giovanile di Saby Mainolfi ne esalta sempre più le qualità, tanto da saltare le categorie. Approccia il campionato nazionale con gli Under 15 allenati allora da mister Alfonso Belmonte. Stagione da incorniciare, con solo 10 gol subiti nella regular season e fuori ai playoff solo contro il Parma. Poi il doppio salto, anzi anche triplo, tra Under 17 e Berretti, ma soprattutto, da gennaio dello scorso anno, terzo portiere della prima squadra allenata da Caserta. Importanti prestazioni e crescita legata soprattutto al lavoro costante con i grandi. Avvio strepitoso anche in questa stagione, dove gioca con gli Under 17, ma si allena quotidianamente con la squadra che gioca in serie C, diventandone uno dei quattro portieri in organico, presentandosi ai tifosi proprio pochi giorni fa. Prestazioni superbe contro Fermana e Paganese che gli consentono di ricevere la convocazione con la Nazionale di categoria (domani il raduno).

A

l buon Matteo piace il basket, tanto da farsi regalare la maglia dei Milwaukee Bucks di Giannīs Antetokounmpo. Gli piace la frutta in generale, ma gli piace anche la play station. Ottimo il rapporto con i genitori, in particolar modo con la mamma. Un bravo ragazzo, viso pulito e discreto, ma anche ‘pericoloso’ quando vede un pallone: diversi infortuni, tra cui la rottura di un braccio, un problema ad una gamba e anche un grosso rischio per rincorrere quella sfera. Da bambino era bello in carne, un mangione. A pensare che all’asilo era l’unico che finiva tutti i pasti, soprattutto il brodino con quel suo modo che lo rendeva più grande della sua reale età. Insomma, ragazzo tranquillo, ma solo il pallone lo rende vivace. A casa c’è il divieto di giocare a calcio con il fratello, beh si può superare con le palline fatte di scotch, cosa che però ha portato a rompere due divani per i tuffi plastici, che a dire il vero tutti abbiamo fatto.

E allora avanti tutta Matteo…Esposito, segnatevi questo nome!

a cura di Ciro Novellino

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