“Non segna ma c’è il suo nome nel tabellino dei protagonisti”
Alex Meret, portiere del Napoli, è stato fondamentale nel 3-0 rifilato dagli azzurri al Salisburgo nella gara di andata degli ottavi di Europa League. L’ex Spal si è reso protagonista di almeno tre interventi determinanti che gli hanno permesso di mantenere la porta inviolata.
Ecco quanto scritto dall’edizione odierna del Corriere dello Sport:
“È una manona che si distende sul futuro quella di Meret, l’istinto del fenomeno che ha occhi sul pallone e gambe supportate da molle con le quali vola alla sua destra, al novantesimo, per schiaffeggiare il tiro di Gulbrandsen e blindare il risultato.
Non segna, Meret, ma c’è il suo nome nel tabellino dei protagonisti, è provvidenziale con quella parata che sembra aver compiuto naturalmente, senza sforzarsi, come le parole per descrivere quell’istante decisivo quando tutto sembrava poter compromettersi.
Dalla sua visuale è stata una sfida piacevole, divertente, resa speciale dal cinismo dei compagni e da una manovra fluida, alimentata da ritmi quasi mai moderati. Meret se l’è goduta, la partita”.
Tutti i maggiori quotidiani esaltano la prestazione di Meret:
Corriere dello Sport, 7 – “Il meglio lo offre nella ripresa, quando sfodera tre interventi da grande che blindano l’ipoteca sulla qualificazione: salva di piede su Dabbur e Gulbrandsen già pronto a fare festa, e poi si ripete su un altro diagonale forte e preciso scoccato ancora da Gulbrandsen nel finale. Lui è un portiere che incide e determina”.
Il Mattino, 7.5 – “Ha il senso della posizione, tant’è che persino il tiro a botta sicura di Wolf pare una telefonata. Neutralizza con i piedi un bolide di Ulmer che avrebbe potuto davvero rovinare questa notte europea piena di bollicine. In certi momenti sembra una specie di vecchio saggio, decisivo nel finale con due super parate”.
Gazzetta dello Sport, 7 – “Tre prodigi che permettono al Napoli di affrontare con serenità il ritorno”.
TuttoSport, 7 – “Chiude la porta a doppia mandata: tante respinte, decisive quelle su Dabbur e due volte su Gulbrandsen”.
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