La Procura nella persona del Procuratore Zuccaro valuterebbe l’archiviazione degli atti inviati dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato.
Il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro è già al lavoro sul fascicolo inerente gli atti inviati dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato con la memoria del vicepremier Matteo Salvini e le “autodenunce” del premier Giuseppe Conte, del ministro Luigi Di Maio e il ministro Danilo Toninelli.
Nella memoria i tre esponenti del governo hanno scritto di aver condiviso le scelte del Ministro dell’Interno nella gestione del “caso Diciotti”.
Ecco perché la Procura ha iscritto, come atto dovuto, i tre nel registro degli indagati. Nelle prossime due settimane Zuccaro dovrà tramettere gli atti al Tribunale dei ministri con le proprie richieste.
La Procura starebbe valutando la richiesta di archiviazione dell’indagine. Esattamente come aveva fatto già Zuccaro per il ministro Matteo Salvini (adnkronos).
Ma cos’è il Tribunale dei Ministri ?
L’articolo 96 della Costituzione italiana recita: “Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale”.
Istituito dal 1989, il collegio giudicante del tribunale dei ministri è composto da tre membri effettivi e tre supplenti, estratti a sorte tra tutti i magistrati dei tribunali del distretto che abbiano da almeno cinque anni la qualifica. Quindi, in ogni distretto giudiziario c’è un Tribunale dei ministri composto da tre Magistrati togati.
Le denunce per i reati ministeriali sono trasmesse al procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d’appello competente per il territorio; per esempio se la competenza territoriale spetta alla procura di Agrigento, il Tribunale dei ministri si formerebbe presso il tribunale ordinario di Palermo, che è capoluogo del distretto di corte d’appello competente. Agrigento, senza compiere nessun tipo di indagine, deve entro quindici giorni trasmettere gli atti al tribunale dei ministri e darne immediata comunicazione ai soggetti interessati.
Dopo aver ricevuto gli atti, il tribunale dei ministri ha novanta giorni per decidere di archiviare il caso oppure chiedere al procuratore della Repubblica di chiedere alla camera di appartenenza l’autorizzazione a procedere, come nel caso di Salvini al Senato.
La camera competente può negare l’autorizzazione qualora reputi, insindacabilmente, che l’inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato. Nel frattempo i ministri inquisiti non possono essere sottoposti a misure limitative della libertà personale, a intercettazioni telefoniche, a perquisizioni personali o domiciliari senza l’autorizzazione della camera competente. Una volta ottenuta l’autorizzazione a procedere, il giudizio di primo grado spetta al tribunale ordinario del capoluogo del distretto di corte d’appello competente per il territorio. Ma non al tribunale dei ministri; anzi una volta svolte le indagini, i membri del tribunale dei ministri non possono partecipare alle ulteriori fasi del procedimento.
A
dduso Sebastiano
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