La norma “salva Napoli” passa alla Camera grazie al Pd

La norma “salva Napoli” passa alla Camera grazie al Pd Ha avuto il via libera...

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La norma “salva Napoli” passa alla Camera grazie al Pd

Ha avuto il via libera in Commissione alla Camera la norma ribattezzata: “salva Napoli”. Si tratta della normativa che permette agli enti locali in predissesto di avere più tempo per ripianare gli squilibri finanziari e ridisegnare i piani di rientro.

Tuttavia non è questa la notizia che fa più risalto, ma il fatto che l’approvazione della norma alla Camera, sia dovuta all’appoggio del Pd, ch oltre ad aiutare la città, ha aiutato anche il sindaco di Napoli che altrimenti rischiava il crac finanziario. Entrambe le proposte, vengono infatti dal Partito democratico e permettono di fatto ai Comuni in difficoltà — come Napoli, richiamata anche dalla Corte dei Conti — di riformulare e rimodulare i piani di riequilibrio in essere per una durata massima non più di dieci anni ma da 4 a 20 anni: più sono ampie le passività, più lungo è il tempo concesso. Il rovescio della medaglia sarà però che anche che i tributi locali, che per i Comuni in predissesto devono essere portate al massimo, rimarranno al massimo per 20 e non dieci anni. Emendamenti che andavano nella stessa direzione erano stati presentati anche da Forza Italia.

 E così, alla fine l’amministrazione comunale è riuscita a spuntarla. La norma, infatti, concede un lasso di tempo che a palazzo San Giacomo — dove comunque attendono che la Finanziaria sia interamente definita prima di sbilanciarsi — definiscono utile per rientrare del disavanzo che, come fotografato dalla Corte dei conti, che ha bloccato la spesa di Palazzo San Giacomo e diffidato il Municipio napoletano di rifare il piano di riequilibrio entro il prossimo 31 dicembre, ammonta a 1,3 miliardi di euro. Una cifra monstre che, senza il salva-Napoli, rischiava di mandare in fallimento il Comune di Napoli. Invece sono state recepite le norme dell’Anci, di cui de Magistris è vicepresidente. Fugate quindi le paure del sindaco, che fino a ieri dichiarava ancora che «in tanti stanno lavorando in quella direzione ma abbiamo notizie che si lavora anche in altre direzioni. C’è preoccupazione da parte nostra perché lo scenario non è chiaro» intravedeva fantasmi romani che potessero remare contro questa norma», ricordando come «sono tre mesi che si parla di questi emendamenti, nemmeno stessimo parlando di una legge speciale per Napoli».

Invece la parte della norma che spalma i debiti è passata, sebbene la richiesta del sindaco fosse quella di portare da 10 a 30 anni e non a 20 il tempo per rientrare. Ma poco importa. Politicamente, infatti, il risultato a casa il sindaco — ieri ospite del presidente della Repubblica per la mostra dei presepi del Quirinale — l’ha portato. «L’emendamento alla legge di Bilancio votato oggi dalle forze di maggioranza e proposto dal Partito Democratico è l’ennesimo gesto di attenzione per Napoli, ma anche una bocciatura senza appello per questa amministrazione», commenta la deputata del Pd e consigliera comunale di Napoli, Valeria Valente. «Si tratta — spiega — di una norma che risponde alle esigenze poste dall’Anci e da tanti Comuni, ma non è certo quella richiesta a gran voce in questi giorni da de Magistris, e che inchioda infatti tutte le amministrazioni, in primo luogo l’amministrazione comunale di Napoli, alle sue responsabilità e ai suoi doveri. A partire, proprio nel caso di Napoli, dalle prescrizioni contenute nella delibera della sezione regionale della Corte dei Conti della Campania, che ha richiamato il Comune al rispetto degli impegni sottoscritti fin dal 2013 per il risanamento del Bilancio».

Valente ricorda infatti che «non solo restano in piedi le prescrizioni della Corte dei Conti, ma il piano rimodulato che il Comune dovrà presentare sarà soggetto a un controllo ancora più stringente da parte della stessa Corte e non vi sarà nessuna possibilità di ulteriori sconti». Soddisfatto il deputato napoletano di Leu Arturo Scotto: «In queste ore — ha detto — siamo riusciti a far passare in legge di bilancio un buon compromesso per i tanti comuni in predissesto, a partire dal Comune di Napoli. Una proficua collaborazione tra istituzioni che aiuta la città che rischiava di passare un brutto momento sul piano finanziario che l’avrebbe portata tecnicamente in default».

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