Monsieur le President Macròn invita in Francia, a Parigi, lo scrittore italiano Roberto Saviano per parlare del suo ultimo libro “La paranza dei bambini”, che in questi giorni viene tradotto in francese per i tipi della Gallimard col titolo di ”Piranhas”.
span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;font-size: 20px">L‘occasione è ghiotta, per i due che già si conoscevano in precedenza, per parlare di cultura, di disagio sociale delle metropoli e delle periferie, di politica e di immigrazione. Inevitabile che il discorso cada sul clima creato in Italia artatamente dal nuovo governo, che della questione migranti ne ha fatto un cavallo di battaglia – drammatizzando tutto il drammatizzabile – fino a raggiungere livelli di cattiveria, gratuita e strumentale, mai visti in Italia prima di adesso.
Già in precedenza lo scrittore napoletano non era stato tenero neanche con il presidente francese, infatti, intervistato dal sito francese online Mediapart, nelle settimane scorse aveva dichiarato che “se Macron non si impone come avanguardia di un nuovo modello di gestione dei flussi rimarrà un gestore criticabile dai populisti e su questo sarà giudicato”. Ciò non ha impedito ai due interlocutori di confrontarsi civilmente sulla complessa situazione politica che l’Europa vive in questi mesi pre-elettorali in vista delle consultazioni della primavera prossima.
In Italia questo incontro all’Eliseo ha suscitato il consueto cicaleccio destrorso a cominciare dal pervasivo ministro Salvini che non perde occasione per rinfocolare polemiche, anziché occuparsi a tempo pieno di ordine pubblico come compete al ministro degli Interni della Repubblica. E chiosa amabilmente sui social “chi si somiglia si piglia”.
Altra chicca destrorsa proviene dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che non è da meno del ministro, e che attraverso un twitt scrive: “ Emmanuel Macron invita Saviano all’Eliseo. Macron, tieniti Saviano e dacci indietro la Gioconda”.
A parte la finezza del linguaggio, del quale restiamo ammirati, vorremmo far notare alla signora che la Gioconda di Leonardo è proprietà legittima della Francia. È uno dei pochi capolavori che la Francia non ci ha rubato o razziato in battaglie o guerre varie. Il celebre dipinto venne portato in Francia da Leonardo in persona nel 1516, quando il re – Francesco I – invitò il grande artista a trasferirsi Oltralpe per lavorare nel Castello di Amboise, vicino alla residenza del Re. Leonardo considerava Monna Lisa, più di ogni altra sua opera, quasi come l’emanazione della sua anima, e non se ne separò mai. Quindi non è stato un furto come quelli fatti da Napoleone e proprio questo è uno dei pochi casi in cui l’Italia non ha niente da recriminare ai cugini francesi.
La signora Meloni, quando al liceo linguistico che ha frequentato hanno spiegato Leonardo da Vinci, forse era assente o disattenta, forse perché distratta dagli impegni politici che sin da allora la appassionavano tanto…
Fa niente, ha fatto carriera e così riesce a collezionare queste belle figure che tanto onore fanno alla nostra cultura.
Carmelo Toscano
Lascia un commento